Cinque secoli di pittura floreale

Marzo 19, 2004 in Arte da Adriana Cesarò

Max ErnstInizierà un viaggio unico e straordinario al Museo del Territorio di Biella, dal 21 marzo al 27 giugno 2004, attraverso la mostra “Fiori. Cinque secoli di pittura floreale”. Cinque secoli di arte europea, realizzato con la consulenza di un prestigioso comitato scientifico internazionale e la collaborazione delle Sovrintendenze del Piemonte, del Polo Museale Fiorentino e del Polo Museale Romano, oltrechè di prestigiosi musei e biblioteche (dalla Gemaldegalerie di Berlino al Kunsthistorisches Museum di Vienna, dalla Biblioteca Apostolica Vaticana alla Biblioteca dell’Orto Botanico di Padova) che hanno permesso di approfondire l’evoluzione e gli sviluppi di un preciso genere pittorico, naturalistico e decorativo: la pittura di fiori. Iniziativa unica nel suo genere, la meravigliosa mostra che si apre al Museo del Territorio di Biella (via Quintino Sella) domenica 21 marzo 2004, presenta al pubblico oltre 190 fra dipinti e disegni di fiori eseguiti dalla fine del Cinquecento all’ultimo quarto del XX secolo. Non a caso, questa mostra si svolge a Biella, città “floreale” per eccellenza, nella quale gli splendidi parchi e i giardini di proprietà delle antiche famiglie patrizie, testimoniano la passione per il collezionismo di fiori rari e dell’amore per la botanica come strumento di conoscenza sulla natura. Biella è anche città del tessile: fin dall’Ottocento venivano importati nel biellese fiori rari e coloratissimi che ispiravano gli stilisti dell’epoca. Sin dall’antichità, in forme realistiche o stilizzate, l’uomo ha raffigurato i fiori: sublimi creazioni del Divino e miracoli della Natura, simboli sacri, elementi essenziali del culto, fondamentali nella medicina. Accessori della bellezza, del decoro e dell’eleganza, i fiori hanno rivestito ruoli fondamentali sin dagli albori della storia ispirando teologi e poeti.

Strettamente associati alle pratiche religiose, magiche e mediche, i fiori sono rappresentati nella scultura babilonese, nella pittura egizia, come nelle prime ceramiche cinesi, significando per millenni la rarità e l’eccellenza della natura conquistata dall’uomo. Ma è solo negli ultimi decenni del XVI secolo che la rappresentazione artistica dei fiori si afferma come autonomo genere nella pittura europea. La prestigiosa e spesso inedita selezione dei dipinti esposti a Biella, ambientati in sale arredate con mobili d’epoca provenienti dal Castello di Racconigi e da Palazzo Reale, e ordinata in nove sezioni tematiche e cronologiche, si apre con Fiori e Figure, dedicata al complesso rapporto simbolico tra il genere floreale e quello del ritratto. In questa sezione sono presentate opere di Friederich Valckenborch, Frans Pourbus il giovane, Tiberio Titi e Cornelis de Vos. Fanno seguito due sezioni dedicate alle opere dei maggiori fioranti e pittori di natura morta in Europa tra il Cinque e Seicento e dipinti totalmente inediti, italiani e fiamminghi, recentemente riscoperti alla Basilica Reale di Superga. Seguendo lo sviluppo del genere pittorico diffuso in Europa attraverso la stampa dei Florilegi, compendi botanico-devozionali editi soprattutto in Germania, nelle Fiandre e in Francia, sono in mostra alcune preziose illustrazioni a stampa e disegni giunti dalle maggiori biblioteche e collezioni italiane. Nature morte con fiori e vasi isolati dipinti dall’olandese Balthazar van der Ast, dal francese Jacques Linard e dall’olandese Jan Davidsz de Heem introducono le opere di artisti più giovani le cui carriere di grandi specialisti del genere fecero la fortuna europea della pittura di fiori: ricordiamo Giovanna Garzoni, l’eccelsa miniatrice di principi e cardinali, e Mario de’ Fiori, maestro romano del genere. I monumentali vasi di Jean-Baptiste Monnoyer e di Blin de Fontenay, pittori del Re Sole, introducono agli sviluppi settecenteschi e alla definizione di due diversi approcci estetici e stilistici: da un lato la pittura raffinata e intimista di Jan van Huysum e dei suoi seguaci, dall’altro le composizioni decorative degli artisti al servizio della corte francese.

ManetLegato alla storia della ricerca botanica e del commercio delle essenze rare e preziose, tra Controriforma e Illuminismo, il genere floreale prese parte all’evoluzione dell’illustrazione scientifica e alle prime classificazioni per specie delle piante. Selezionate per la mostra sono le prestigiose tavole botaniche di Jacopo Ligozzi e gli accuratissimi ritratti di fiori di Jacques de Gheyn. Sono inoltre presenti anche i preziosi Florilegi a stampa, che, a partire dalla fine del Cinquecento, diffusero in Europa le accuratissime immagini scientifiche di fiori divenute presto modelli per i pittori. Assieme ai generi del paesaggio, della veduta architettonica e del ritratto, la pittura di fiori fu testimone privilegiato dell’arte dell’Ancien Régime, affermandosi nel Settecento come somma espressione della decorazione. E’ con l’arte di artisti lionesi, quali Antoine Berjon, Augustin Thierrat e Simon de Saint Jean, legati alle riflessioni del romanticismo filosofico e letterario, che la pittura di fiori ritorna alla sua funzione illustrativa di essenze rare ed esotiche. Ma già nel 1855, artisti come Adolphe Monticelli ed Edouard Manet si rifacevano allo sfumato settecentesco e alla pittura materica dei maestri veneziani e napoletani della fine del Seicento, iniziando a rompere l’equilibrio realista e razionale stabilito dai loro maestri nei primi decenni dell’Ottocento. Sono gli esordi dell’Impressionismo, che si sarebbe affermato proprio attraverso la pittura di fiori entrando nelle case più esclusive di collezionisti raffinati e mercanti d’arte. Rappresentato in mostra da alcune importanti tele di artisti quali Felix Ziem, Odilon Redon e Pierre Auguste-Renoir, il movimento impressionista inaugura il Novecento.

Con la sezione del Florilegio Novecentesco la rassegna biellese va oltre gli elegantissimi esordi del secolo, rappresentati da pezzi mirabolanti di Giovanni Boldini, James Ensor, Jacques Emile Blanche, Edgar Maxence ed Ernest Quost. Maurice de Vlaminck, Oscar Kokoschka, Giorgio Morandi e Filippo De Pisis esplorano gli sviluppi del genere nella pittura del nuovo secolo. La mostra si chiude con dipinti e tecniche miste di artisti italiani, europei e americani (da Max Ernst a Andy Warhol) attivi sino all’ultimo quarto del XX secolo. La mostra è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Biella con la collaborazione della Fondazione Museo del Territorio. Partners istituzionali la Regione Piemonte, sponsor la Fondazione della Cassa di Risparmio di Biella, UIB art of excellence, Camera di Commercio, Banca Sella, SICER, mediapartner La Stampa e con il contributo di ASCOM e ATL. Il curatore è il prof. Francesco Solinas, Maitre des Conférences au Collège de France, studioso e conoscitore della cultura figurativa europea tra Cinquecento e Settecento, riconosciuto internazionalmente e già curatore della mostra dedicata alle raccolte di Cassiano dal Pozzo (Roma 2000-Biella 2001).

Fiori. Cinque secoli di pittura floreale

Museo del Territorio – Biella

dal 21 marzo al 27 giugno 2004

orari d’apertura: martedì e mercoledì (ore 15-19), giovedì e venerdì (10-19), sabato (10-22), domenica (10-19).

ingresso € 6,00, ridotto € 3,00 (minori di anni 18 e maggiori di anni 65, club, cral, associazioni convenzionate, gruppi adulti). Scolaresche (obbligo di prenotazione): € 3,00 a studente. Visita guidata per gruppi adulti (gruppo minimo 10, massimo 30 persone): € 50,00. Visita guidata per singolo visitatore: € 40,00. Audioguida: € 4,00. Gratuito: disabili e minori di 6 anni. Visita guidata al mattino per le scolaresche solo su prenotazione. Martedì e mercoledì visite guidate per gruppi. Sono previsti laboratori didattici per le scuole di ogni or
dine e grado, laboratori per gruppi di bambini, per famiglie e adulti nei fine settimana. Sono stati predisposti incontri specifici riservati ai diversamente abili e agli ospiti delle case di riposo.

Informazioni: segreteria mostra 015-350.66.14, Museo del Territorio 015-252.94.345, e-mail [email protected]

di Adriana Cesarò