Cabiria restaurato

Marzo 28, 2006 in Cinema da Marcella Trapani

Al Teatro Regio è stato presentato lunedì 20 marzo il restauro della versione 1914 del film di G. Pastrone Cabiria, riproposto nella versione sonorizzata 1931 al Museo Nazionale del Cinema – Cinema Massimo, martedì 21 marzo.

cabiriaL’evento

Quella appena trascorsa è stata la settimana di Cabiria: il film di G. Pastrone, che ha segnato la storia del cinema italiano, è stato presentato nella versione del 1914 al Teatro Regio lunedì 20 marzo e riproposto nella versione sonorizzata del 1931 al Museo Nazionale del Cinema – Cinema Massimo, martedì 21 marzo. Al Regio le musiche sono state eseguite dalla Filarmonica ‘900, con il maestro T. Brock, assieme al Coro Filarmonico del Teatro Regio di Torino, diretto da C. Marino Moretti, e al baritono solista A. Rota.

Ma perché questo film è stato così importante da meritarsi un restauro del Museo Nazionale del Cinema in collaborazione con Pres Tech Film Laboratories Ltd. E presentato da M. Scorsese? Anzitutto perché è un film di una bellezza e di una dimensione straordinarie, ricco di accorgimenti precursori di quelli più recenti: la lunghezza del film storico, la macchina in presa di movimento, la luce diffusa. E poi perché Cabiria segna le origini della maestrìa cinematografica italiana. E’ stato uno dei primi tentativi di fondere nella nuova macchina del cinema i mezzi espressivi della letteratura, della pittura, dell’architettura, della musica e del teatro, grazie alle didascalie di G. D’Annunzio, alla scenografia di R. L. Borgnetto e C. Innocenti e alla musica di I. Pizzetti e M. Mazza (19114) e L. Avitabile e J. Ribas (1931).

La storia

La sceneggiatura di Cabiria è attribuita a G. D’Annunzio che in realtà si limitò a inventare i nomi dei personaggi e a scrivere le didascalie; la sua fonte di ispirazione fu probabilmente il romanzo di E. Salgari Cartagine in fiamme. Tra i personaggi grande fortuna ebbe quello di Maciste che fu in seguito protagonista di una serie di film made in Italy.

Il plot è ambientato all’epoca delle guerre puniche (219-201 a.C.) e narra la storia di un bambina, Cabiria appunto, scampata dall’eruzione dell’Etna, che viene rapita dai pirati fenici e condotta insieme alla nutrice Croessa (T. Marangoni) a Cartagine, dove è destinata ad essere sacrificata al dio Moloch. Ma a Cartagine vivono due Romani, il soldato Fulvio Axilla (U. Mozzato) e il suo schiavo Maciste (B. Pagano) che, commossi dai lamenti e dalla disperazione di Croessa, salvano la piccola dal sacrificio e, mentre Fulvio riesce a fuggire con Cabiria, Maciste resta prigioniero dei Fenici, costretto a svolgere il lavoro umiliante alla macina. Cabiria viene trovata e soccorsa da Sofonisba (superba interpretazione molto “dannunziana” di I. Almirante Mancini), principessa punica, e diviene sua schiava. Dopo alcuni anni, Fulvio, che nel frattempo aveva incontrato i genitori di Cabiria in Sicilia ed era rientrato nelle fila dell’esercito, ritorna a Cartagine, dopo che la flotta romana è stata incendiata da Archimede grazie all’accorgimento degli specchi (una delle scene indimenticabili del film, insieme a quella della discesa degli elefanti di Annibale attraverso le Alpi). Qui Fulvio libera Maciste e ritrova Cabiria adulta (L. Quaranta), che nel frattempo ha perduto la sua protettrice Sofonisba, morta suicida, ed è nuovamente minacciata di morte dai sacerdoti del tempio di Moloch: questi ultimi vogliono sacrificarla gettandola nel fuoco. Fulvio la salva di nuovo e i due, innamorati, fuggono alla volta di Roma insieme al fedele Maciste.

di Marcella Trapani