Buongiorno Direttore!
Maggio 14, 2003 in il Traspiratore da Redazione
Ho trovato la rivista “Il Traspiratore” quasi per caso, andando via dalla Biblioteca Nazionale sconsolata per non aver trovato ciò che cercavo. In realtà poi, qualcosa ho trovato ed era lì, occhieggiante, colorata. È strano come l’uomo sia sempre alla ricerca di qualcosa che poi è sotto i suoi occhi.
Semplicità e spontaneità: questo mi ha colpito. Sono fiera, innanzitutto, che sopravvivano, anzi, che siano una folta schiera ben coesa, i sognatori, i quali non possono smettere di affiggere pensieri e parole alla carta, fiduciosi che qualcuno veda questi e vi legga dentro un messaggio di speranza nella vita. Sì, per me, come penso per tutti voi, scrivere non è la carrozza delle élite, ma un tappeto volante che può condurre i sogni di tutti alla meta. Scrivere è come ridare ogni volta una chance al mondo, riconfermargli la fiducia con il nostro “voto” su carta bianca. Molto spesso vi approdiamo bisognosi di un “supplemento d’affetto”; ciò di cui più il mondo è carente sono orecchie vere che ascoltino assorte, che annuiscano con interesse. E la scommessa di chi scrive è proprio questa: supporre che nel mondo ci siano tante orecchie desiderose di ascoltare profondamente, anche più di quelle che noi possiamo vedere.
Immagino la comunicazione come una giungla verdissima di liane: beh, le nostre anime dovrebbero gettarsi in un volo che infinitamente ci riporti verso l’alto, in un’altra prospettiva, pendere e affidarsi totalmente all’esile filo della liana, la comunicazione, e lasciarsi trascinare con lo stesso impeto che un’avventura nella giungla richiederebbe.
Da due anni a questa parte, la possibilità di ascoltare e di essere ascoltata, e, con ciò, di crescere, è aumentata tantissimo. Frequento il secondo anno alla Facoltà di Lettere; la Letteratura Italiana mi appassiona, così come la Dialettologia e l’Etnolinguistica; inoltre uno dei miei nuovi interessi è l’Antropologia. Trovo nella Bioetica una fonte di riflessione inesauribile e sempre aperta sulla vita. La poesia trionfa su tutto, però, perché credo risieda, a differenza di tutto il resto, ma come la comunicazione, nella quotidianità vissuta intensamente.
L’associazione “Cultura e Società” mi ha persino conferito qualche premio per alcune poesie inviatele. Da poco canto nel “Free Voices Gospel Choir”, dal quale apprendo ogni giorno di più come la vita non sia altro che cantare all’unisono con chi ci è vicino la bellezza e l’unicità della nostra vita, cercando di contagiare quante più persone sia possibile. È per avere un’occasione in più di crescita che mi chiedevo se fosse possibile anche per me una collaborazione nel suo giornale.
«Questo si domandi nell’ora più quieta della notte: “devo scrivere?”. Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se lei potrà affrontare con un forte e semplice “io devo” questa grave domanda, allora costituisca la sua vita secondo questa necessità» diceva Rainer Maria Rilke. E con questa stupenda riflessione mi congedo, ringraziandola moltissimo d’essere stato “orecchio” del mondo, di avermi dato ascolto.
Il Traspiratore – Numero 43 – 44
di C. Inglese