Borborygmus

Novembre 18, 2021 in il Traspiratore, Net Journal, Primo Piano, Spettacoli, Teatro da Federica Balbi

Visto al Teatro Astra di Torino il 9/11/2021

Recensione di Federica Balbi

Borborygmus è composizione e distruzione. È rumore. È un palco vivo in cui le cose si trasformano e le persone, a volte, dimenticano.

Borborygmus - Lina Majdalanie, Mazen Kerbaj e Rabih Mroué
Credits: Bobby Roger

Lina Majdalanie, Mazen Kerbaj e Rabih Mroué sono autori, registi e attori di questa pièce. Tuttavia, protagonisti e quasi registi sono anche gli oggetti di scena che, di volta in volta, ticchettano, frusciano, ronzano, stridono, scricchiolano e vanno in frantumi. Tutto ciò in modo sempre inaspettato, in un ciclo di apparizione, distruzione, trasformazione, distruzione. C’è della violenza in quasi ogni gesto, perché niente è maneggiato con delicatezza, ma lanciato, scagliato, calpestato, o lasciato cadere.

Questa violenza si manifesta anche nei testi, celata da un’apparenza di normalità e mescolata alle azioni più semplici della vita di tutti i giorni. In un racconto spezzato, l’individuale diventa il collettivo e viceversa: le voci si sovrappongono, si danno ragione, poi torto, si intonano quasi, poi discordano. Dalla quotidianità emergono tracce non della guerra in Libano, ma delle sue conseguenze, così come degli effetti della discriminazione etnico-raziale e della sofferenza della migrazione. 

I testi stessi (in lingua originale, con soprattitoli) sono costruiti per anafore e accumulazioni, come una poesia o una preghiera. Così come gli oggetti, le parole perdono il loro scopo iniziale e diventano suono, aumentano di volume o velocità, raggiungono il loro punto di rottura, oppure si spengono nell’assenza di memoria.

Borborygmus, nella sua prima nazionale, è un esperimento che colpisce, pur sfuggendo a un’interpretazione univoca, e lascia, a sua volta, un segno. E forse, una volta giunto alla sua fine, si trasforma in qualcos’altro.

Borborygmus - Lina Majdalanie, Mazen Kerbaj e Rabih Mroué
Credits: Bobby Roger

scritto, diretto e recitato da: Lina Majdalanie, Mazen Kerbaj, Rabih Mroué

disegno luci e audio, direzione tecnica: Thomas Köppel

luci: Arno Truschinski

musica della prima scena: La Forza Del Destino – Ouverture di Giuseppe Verdi

prodotto da: HAU Hebbel am Ufer, Walker Art Center (Minneapolis)

coproduzione: Mousonturm (Frankfurt), Wiener Festwochen

sostenuto da: rete Alliance of International Production Houses del Federal Government Commissioner for Culture e da the Media e Rosa Luxemburg Stiftung – Beirut Office