Bambini a rischio ad Haiti
Marzo 7, 2004 in Medley da Redazione
Ad Haiti, ammonisce l’UNICEF, la spirale di violenza e la generale situazione di insicurezza minacciano la vita di migliaia di bambini, anche alla luce dello stato in cui sono precipitati i già precari servizi pubblici di base, in primo luogo il sistema sanitario e quello scolastico.
Dalla capitale Port-au-Prince, la Rappresentante UNICEF ad Haiti Francoise Gruloos esprime la sua profonda preoccupazione per l’impossibilità di migliaia di bambini di accedere ai servizi di base: “I bambini sono sempre i soggetti più a rischio durante le guerre”, ha dichiarato il Rappresentante UNICEF, “e ad Haiti i bambini erano estremamente vulnerabili già prima degli ultimi scontri. Nel quadro del generale disordine in cui è sprofondato il paese, il nostro compito è fare in modo che questi bambini siano protetti e non dimenticati”.
Con il passare delle ore, le notizie dalla capitale si fanno sempre più preoccupanti: l’UNICEF sta provvedendo all’assistenza necessaria per i reparti maternità di 3 strutture ospedaliere, fornendo in particolare vaccini e medicinali di base. A causa della generale insicurezza, però, la maggior parte della popolazione teme perfino di recarsi in ospedale e di abbandonare le proprie abitazioni. Inoltre, dal momento che la gran parte delle scuole ha cessato di funzionare, l’UNICEF ha stoccato una serie di kit contenenti materiali scolastici, funzionali a permettere l’istruzione anche in casi di emergenza e che sono ora pronti per essere distribuiti.
Nel Nord sotto il controllo dei ribelli, quasi totalmente inaccessibile agli aiuti umanitari, e nelle aree tagliate fuori dai combattimenti, le condizioni dei bambini sono motivo di ancor più grave preoccupazione. Sulla base dell’esperienza maturata in situazioni di conflitto, l’UNICEF indica nella malnutrizione e nella diffusione di malattie le principali cause di mortalità infantile, aggravate in guerra dall’azione di fattori concomitanti, quali la carenza di cibo, il consumo di acqua contaminata, l’impossibilità di accedere ad assistenza medica adeguata e il venir meno della tradizionale rete di protezione sociale.
Il Direttore Generale dell’UNICEF, Carol Bellamy, ha esortato le parti in lotta a risparmiare dalla distruzione tanto gli ospedali quanto le scuole: “Le scuole dovrebbero essere trattate come zone di pace”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF, “dal momento che proprio nei momenti di crisi le scuole possono costituire un rifugio sicuro per i bambini”.
Perfino prima della guerra, la condizione dei bambini haitiani era una tra le peggiori al mondo, con 1 bambino su 10 che non raggiunge il 5° anno di vita, 1/5 dei bambini sottopeso alla nascita, il 40% affetto da infezioni respiratorie acute e appena la metà che può beneficiare delle vaccinazioni di routine. Scioccante, inoltre, il livello degli abusi a danno dei minori, con una media di 20 bambine vittime ogni mese di violenze sessuali.
Il 20 febbraio, una missione congiunta composta dall’UNICEF e da altre agenzie ONU ha visitato i principali ospedali e centri sanitari della capitale, dove si è potuto constatare che appena il 20% della popolazione vi ha attualmente accesso. L’UNICEF, in quanto parte di una task force ONU costituita per dare una prima risposta all’emergenza, ha programmato una serie di interventi, tra cui:
L’UNICEF, in stretta collaborazione con altre agenzie delle Nazioni Unite, sta tentando di negoziare con i ribelli l’accesso alle aree sotto loro controllo, per distribuire medicinali e attrezzature alle strutture sanitarie per la maternità e la prima infanzia, trasportare tonnellate di alimenti terapeutici e per inviare i materiali necessari ad allestire rifugi di emergenza per gli sfollati e le popolazioni in fuga dai combattimenti.
Per maggiori informazioni, contattare: Ufficio Stampa UNICEF Italia: tel: 06.47809233-234 ; e-mail: [email protected]
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