BALKANI. Antiche civiltà tra il Danubio e l’Adriatico

Luglio 9, 2007 in Medley da Marcella Trapani

Dal 7 luglio 2007 al 13 gennaio 2008 al Museo Archeologico Nazionale di Adria (RO) si svolge un’importante mostra archeologica.

Balkani -lastra

  • Più di 200 capolavori delle collezioni archeologiche del Museo Nazionale di Belgrado sono esposti, per la prima e unica volta in Italia, in occasione dell’apertura al pubblico della nuova sezione del Museo Archeologico Nazionale di Adria, nella mostra Balkani. Antiche civiltà tra Danubio ed Adriatico. L’esposizione, che si è aperta il 7 luglio 2007 e si concluderà il 13 gennaio 2008, comprende reperti datati tra l’VIII secolo a. C. e il II d. C., quando i territori delle antiche civiltà dei Balkani furono attratti politicamente e culturalmente nell’orbita romana.

    Il curatore della mostra, promossa dal Museo Nazionale di Belgrado e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, è Giovanni Gentili.

  • In mostra sarà possibile ammirare i pezzi più rari e preziosi provenienti dalle collezioni serbe che, custoditi fino ad oggi all’interno di camere blindate, torneranno ad essere esposti solo dopo il 2010, quando il Museo Nazionale di Belgrado sarà di nuovo accessibile. Tra questi, i tesori principeschi realizzati tra Atene e Sparta ma anche in Magna Grecia e a Pompei, esempi di tecniche raffinatissime nella lavorazione dei metalli preziosi, dell’ambra e della ceramica, capolavori che hanno ispirato le opere di grande suggestione realizzate successivamente dagli artisti locali. Spiccano per importanza e per magnificenza artistica i manufatti d’oreficeria come la Maschera di Trebenište (VI-V secolo d.C.), proveniente dagli scavi di Stobi e destinata a modellare in oro le fattezze del principe, i due vivissimi, grandi Satiri in bronzo di fattura greca del IV secolo a.C., e il tesoro accumulato nella tomba di Novi Pazar.
  • La maschera d’oro di Trebenište, come le altre tre esposte in mostra, è un oggetto di notevole fattura artistica, oltre che di grande valore venale che, applicata all’altezza del volto del defunto, ne perpetuava l’identità e ne celebrava la dignità. L’uso di tali maschere – esempi successivi, cronologicamente parlando, alle celebri maschere micenee oggi ad Atene – , deriva probabilmente dagli influssi culturali greci sulla ritualità funeraria propria dei popoli balcanici.

    Balkani - maschera

  • Documenti di altissima qualità artistica sono le due statue di Satiri provenienti dagli scavi di Stobi. Si tratta di due originali bronzei, databili intono alla fine del II-inizi del I secolo a.C., giunti a noi in ottime condizioni. L’uno danzante, l’altro suonatore, sono capolavori della scultura in bronzo di quest’epoca, contraddistinta dal permanere degli ideali classici di stampo lisippeo e da connotazioni realistiche proprie della produzione italica. I nostri Satiri, che lasciano Belgrado per la prima volta in occasione della mostra, sono avvicinabili al celebre Fauno Danzante, ritrovato nella domus pompeiana che da questi ha preso il nome, oggi conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e sono stati realizzati molto probabilmente in un’officina attiva ad Alessandria d’Egitto, centro culturale e artistico di assoluta rilevanza in età ellenistica.

  • La tomba principesca di Novi Pazar – il termine “tomba” è qui usato impropriamente, poiché all’interno del tumulo non si sono rinvenuti resti umani – potrebbe essere un nascondiglio temporaneo di un tesoro immenso, in tempi di una certa insicurezza politico-sociale. E’ stata scoperta accidentalmente, mentre si riparavano le strutture portanti della chiesa di San Pietro, a circa due chilometri di distanza dal centro della città. Qui, durante i necessari lavori di sterro praticati all’interno dell’edificio, si rinvennero nel 1957 gioielli e vasellame in bronzo dell’Età del Ferro, pertinenti a due grandi tumuli costruiti in successione, l’ultimo dei quali relativo ad un ricchissimo deposito principesco. Tra i numerosissimi oggetti che vi si rinvennero, vanno ricordati i due eccezionali cinturoni d’oro caratterizzati da decorazioni geometriche realizzate a sbalzo su spessa e alta lamina d’argento, databili a circa la metà del V secolo a.C., oltre a sei pettorali circolari sempre in oro, di oltre 20 cm di diametro ciascuno, e altre grandi placche auree semicircolari sempre lavorate a sbalzo, destinate probabilmente alla decorazione dell’abbigliamento del defunto. Anche centinaia e centinaia di piccole placche decorative di forme diverse decoravano con ogni probabilità le sontuose vesti del principe, mentre altri monili, bracciali, straordinari e giganteschi pendenti simili per fattura alle già ricordate cinture, numerosissime fibule in argento e oro, completavano il corredo. Si tratta di oggetti che devono molto alla cultura greco-macedone, a testimonianza delle strette relazioni sociali e commerciali proprie delle popolazioni stanziatesi nell’area tra VI- V sec. a.C., che vi detenevano il potere militare.
  • La mostra racconta la storia di principi e guerrieri che, tra VIII secolo a.C. e il II secolo d.C., si contesero e governarono le terre bagnate dal Danubio e dalla Stava, sulla sponda slava dell’Adriatico. Di fattura greca è il cosiddetto Magnifico Cratere, uno dei due noti al mondo, opera bronzea di grandi dimensioni che Adria ha il privilegio di esporre al pubblico. Di epoca romana sono invece il potente ritratto in bronzo del padre di Traiano e le maschere da elmo, perfette nella loro integrità e capacità evocativa.
  • Adria, città d’antica origine etrusca, ricca di storia e di tradizioni, si trova nel cuore di un territorio paesaggisticamente tra i più affascinanti d’Europa, il Parco Regionale Veneto del Delta del Po, un immenso intrico di acque e terre, spiagge e lagune che compongono un’area naturalistica unica.

    Queste terre hanno ospitato gli antichi Veneti, i Celti ma anche le colonie etrusche, greche e persino siracusane.

  • L’importanza dell’evento è duplice perché la grandiosa esposizione celebra l’apertura – attesa da cinque anni – della ricchissima Sezione Etrusca del museo che la ospita, ovvero il Museo Archeologico Nazionale di Adria. Un Museo che in questi anni, grazie ai fondi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del gioco del Lotto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, è stato completamente rinnovato, oltre che ampliato. La nuova sezione, che si unisce al Lapidario recentemente inaugurato, presenta il meglio degli oltre 60 mila reperti di epoca preromana conservati ad Adria: ceramiche, bronzi, ambre per ricordare il ruolo di una città’ tanto importante da dare il suo nome ad un mare’ e di un territorio ricchissimo di insediamenti, alcuni dei quali oggi oggetto di scavo. Tra i tesori del Museo di Adria, il maggiore è dato dalla celeberrima Tomba della Biga, un unicum a livello mondiale.

    Sede: Museo Nazionale Archeologico di Adria

    via Badni 59 – Adria (RO).

    Orari:feriali e festivi 9.00-20.00.

    Biglietti: intero mostra-museo euro 6,00; ridotto euro 3,00.

    Info: tel. 0426 21612/71200; fax 0426 372095.

    www.comuneadria.net

    www.studioesseci.net

    di Marcella Trapani