Arte da indossare

Novembre 6, 2003 in Arte da Sonia Gallesio

Questa notte, brucia le maniche del kimono e l’uomo che ami sarà tuo per sempre…

Kimono 1.1La carnosità succosa dell’uva rimanda all’abbondanza, e il colore viola è rivelatore di grande eleganza. Resistenza e vigore fisico, poi, si trovano in stretta corrispondenza con il pruno, che fiorisce quando le temperature sono ancora piuttosto basse (insieme al pino e al bamboo, difatti, quest’albero viene detto “signore del profondo freddo”). La rugiada è il simbolo della giovinezza, così come il glicine – che avvolge in un sinuoso abbraccio tutto ciò sul quale si arrampica – lo è della femminilità, e la peonia della sensualità.

La tradizione è suggestione, poesia, magia: visitando la mostra di Palazzo Barolo è possibile scoprire queste e molte altre affascinanti credenze appartenenti ad una cultura antichissima, quella giapponese.

Ideata ed organizzata da Consolata Pralormo, l’esposizione è dedicata in prevalenza al kimono (letteralmente “cosa da indossare”): una veste estremamente versatile, ma soprattutto una stupefacente opera d’arte veicolo di valori, principi e sogni.

Composti da 4 lunghe strisce rettangolari di tessuto cucite insieme, tutti i kimono hanno la medesima forma e una misura standard (la lunghezza delle maniche, però, cambia per le donne a seconda dello stato sociale). A dispetto della semplicità della loro struttura, tuttavia, questi singolari abiti rimandano ad un universo di immagini codificate estremamente ricco e a regole estetiche e formali molto precise, rimaste immutate nonostante il trascorrere del tempo.

Kimono 1.2Snodandosi attraverso un percorso altamente scenografico, la prima sezione della mostra presenta un cospicuo numero di kimono appartenenti alla collezione di Nancy Martin.

Risalenti al XIX e al XX secolo, i pezzi sono legati al tema delle Ventiquattro Stagioni (corrispondenti al numero delle fasi lunari di un anno), richiamando l’uso millenario in tutta l’Asia di un calendario agricolo cinese.

Con le fantasie e i colori più disparati, infatti, i motivi decorativi che li contraddistinguono rievocano ora il disgelo, il risveglio degli insetti, la maturazione del riso, ora le prime e leggere nevicate o il solstizio d’inverno. E riconducono, altresì, alle più consolidate tradizioni nipponiche, come la festa delle bambine (3 marzo), in occasione della quale le piccole devono buttare via tutte le bambole vecchie per scongiurare il pericolo di non trovare marito, e la festa della fioritura del ciliegio, che invita ad approfittare di ogni singolo attimo (il fiore di ciliegio diviene emblema di caducità e fragilità).

Parte dell’allestimento dedicato all’estate, sul soffitto di una sala danzano alcuni aquiloni a forma di carpa, a ricordare una tipica usanza connessa alla festa dei bambini. Il 5 maggio le famiglie sistemano sul tetto delle loro abitazioni un aquilone per ogni figlio maschio presente, in modo che i guizzanti e vitali pesci siano di buon auspicio (poiché è in grado di nuotare anche contro corrente, la carpa è simbolo di forza, caparbietà e coraggio).

Kimono 1.3Consentendo uno stimolante raffronto tra passato e contemporaneità, la collezione di Nancy Martin è seguita da una sezione intitolata ai kimono di Tokamachi, una delle città leader in Giappone per la produzione di queste splendide vesti. Gemellato con la nostra Como da oltre 27 anni, il centro appartiene ad una zona definita Paese delle nevi (o Yukiguni) e resa famosa dall’omonimo romanzo di Yasunari Kawabata.

Attraverso svariati indumenti da cerimonia vengono illustrati i momenti più importanti della vita di ogni giapponese, dalla festa di hichi-go-san al matrimonio, passando per i festeggiamenti post laurea.

Tra i pezzi raccolti a Palazzo Barolo, si segnalano il kimono e il sottokimono adatti alla festa di Tanabata, che celebra l’incontro amoroso tra due stelle, e il capo da donna grande neve, caratterizzato da un’interessante particolarità. Durante la sua confezione, infatti, dove le due stoffe di differente colore si ‘incontrano’, il tessuto è stato appositamente consumato al fine di rimandare al fondamentale concetto estetico del wabi sabi, relativo alla transitorietà di ogni cosa.

Da ricordare, inoltre, un raro sottokimono da uomo in lana – appartenente al Periodo Meiji – sprovvisto di maniche in ragione della lenta ma devastante azione delle tarme…

Pillole di Giappone

Cosa c’è dietro al kimono

Palazzo Barolo, via delle Orfane 7 Torino

Fino al 16 novembre 2003

Orari: tutti i giorni, 10.00-18.00; giovedì 10.00-23.00

Ingresso: intero € 7,00; ridotto € 5,00

Per informazioni: tel. 011 88.48.70 – 011 81.40.981

www.contessapralomo.com

di Sonia Gallesio