Andrea Chenier
Febbraio 16, 2003 in Spettacoli da Stefano Mola
C’è forse un filo sottile che lega Andrea Chenier, di Umberto Giordano, all’opera che l’ha preceduta sul palco del regio, il Don Chisciotte. Entrambe portano in scena un conflitto tra il reale e l’ideale, tra il mondo come si vorrebbe e quello che drammaticamente spesso è. Se in Don Chisciotte la sfumatura è esistenziale, in Chenier abbiamo una dimensione più politico sociale: il mutamento dell’ideale rivoluzionario in pratica rivoluzionaria, lo scioglimento dell’individuo e dei suoi sentimenti nel calderone della violenza di massa. L’ideale è qualcosa che, nella sua caverna platonica, sta dritto come una spada lucente. Quando esce alla luce del sole, a volte, il metallo si piega sotto venti umidi di opportunismo ed egoismo. È un problema e una missione salvaguardare la sua rettilineità senza spargere violenza. Oppure: la rettilineità dell’ideale è sempre un valore di fronte alla caos grigio del reale?
Questi discorsi rischiano di essere pesanti, mentre vorremmo essere leggeri come la musica e farci trasportare in sala. Al tempo stesso, dimostrano quanto sono importanti le storie. Nelle storie ci specchiamo per cercare un senso, un paradigma, una sponda a quello che ci troviamo di fronte. Forse è anche per questo che l’opera è stata ed è tuttora così popolare: perché sposa due nostri bisogni, quello di storie e quello di musica. Perché possiamo assaporare il rapimento delle note mentre seguiamo i passi di una trama. E spesso, ci viene raccontata una passione. Andrea Chenier è anche una fortissima storia d’amore: basti dire che Maddalena, per amore di Chenier, si sostituisce ad una condannata a morte in modo tale da potersi riunire a lui sul patibolo.
Leggete la sinopsi dell’opera (in inglese). Oppure il libretto .
Ma veniamo all’allestimento che debutterà martedì 18 sul palco del Regio. Aderenti alle indicazioni del libretto, regia, scene e costumi sono di Ivan Stefanutti, nell’allestimento nato nel 1996 e rappresentato al Teatro dell’Opera di Roma (poi a Parma nel 1999, quindi in Spagna nel 2000). Giovani innamorati non solo sul palcoscenico ma anche nella vita sono Fabio Armiliato e Daniela Dessì (ovviamente e rispettivamente Chenier e Maddalena). Gérard è lo spagnolo Juan Pons, straordinario di attore-cantante. Per la prima volta sul podio del Regio è invece Paolo Olmi, coadiuvato dal maestro del coro Claudio Marino Moretti.
Andrea Chenier sarà rappresentato fino a domenica 2 marzo.
Ecco alcuni consueti link di approfondimento:
Due belle e approfondite analisi dell’opera, una in inglese e una in italiano
Interviste a Olmi e Stefanutti
Vita e alcune opere di Andrea Chenier (che infatti è poeta realmente esistito)
Notizie sulla rivoluzione francese
di Stefano Mola