AMMMERICA – Atto nono
Giugno 17, 2011 in Viaggi e Turismo da Meno Pelnaso
Sono in America …
… per la verità sono in un aeroporto americano.
La differenza sembra poca, ma, per uno che arriva da una “capitale di provincia” (Torino) può non essere trascurabile.
Tanto per cominciare gli aeroporti sono dei luoghi sterminati dove persino nei corridoi rettilinei ci sono i tapis roulant per spostarsi per centinaia di metri in linea retta, oppure è necessaria la navetta per spostarsi da qui a lì.
Le persone che s’incontrano parlano tutte le lingue del mondo, hanno tutti i colori del mondo e vestono con tutti i costumi del mondo, più che un aeroporto sembra di essere in una vetrina privilegiata per l’osservazione delle culture che popolano il globo terracqueo …
… se siete vissuti a base di western, route 66, e casalinghe disperate non vi ci raccapezzate tanto …
… qualcosina in più potrebbe aiutare un’osservazione attenta di Tom Hanks in The Terminal, specie se dovete passarci più di quattro ore filate …
La gente è cordiale e, quando comprende che il vostro inglese non è proprio molto fluido, fa di tutto per farsi capire ed aiutarvi, al punto che qualcuno vi accompagnerà persino alla consegna dei bagagli per i trasferimenti interni o al recupero per quelli apparentemente smarriti (dove però li troverete con certezza quasi matematica … proprio come in qualche noto aeroporto di casa nostra vero?).
Una semplice passata del barcode, un rapido controllo al biglietto ed un grazie (dieci secondi al massimo) e vi consigliano già di prendere la navetta perché le distanze sono lunghe.
Seguendo le istruzioni voi salite rassegnati sul vagone della monorotaia che però vi fa attraversare quei “qualche chilometro” in … meno di cinque minuti, tanto che non avete neppure il tempo di finire la telefonata a casa per avvertire che siete arrivati.
… ah, già, … un’altra cosa che vi fa sentire un po’ spaesati è che voi siete arrivati bardati opportunamente per una temperatura di circa cinque gradi centigradi circa, che per altro trovate con precisione svizzera, ma, la stessa temperatura, viene interpretata in modo diverso dagli indigeni.
Infatti potete trovarvi seduti a sorseggiare un frullato in un locale, con l’aria condizionata a palla, vicino ad uno che beve cioccolata calda, intabarrato nel suo eskimo peloso, o ad aspettare la navetta sulla pensilina, spazzata dal vento gelido, di fianco ad una ragazza in un vestitino evanescente con minigonna ed infradito … boh!
Ora, …
… scusate, …
… un attimo d’attenzione, …
… prego, …
… togliete gli occhi dalla ragazza in minigonna, …
… per favore, …
… grazie, …
… dicevamo …, se l’attesa alla dogana è durata meno che mandare una raccomandata in posta, se la consegna bagagli è stata quasi istantanea ed il trasferimento in navetta è durato meno che l’ineluttabile visita al bagno, ora vi trovate ad avere un po’ di tempo per passare i controlli, mangiare, farvi due “vasche” al duty free, dare un’occhiata in giro e farvi una bella passeggiata fino al gate di partenza.
Subito non riuscite a spiegarvi come, controllandovi tutto (vi fanno togliere anche le scarpe e, a volte, accendere il computer), impiegate meno che analoghi controlli di quando siete partiti … boh! …
Poi entrate e la prima cosa che notate è un opprimente odore di cibo, qualsiasi odore, qualsiasi cibo.
Le persone con una mano tirano la valigia e con l’altra bevono o mangiano … tutti … in giacca e cravatta o bermuda e ciabatte, uomini o donne, giovani o anziani …
… beh a dire il vero avete fame anche voi e cercate qualche cosa che v’ispiri.
Questo persistente odore di cibo, assieme alla stanchezza del viaggio, però non favorisce l’appetito e vi limitate ad un frullato … per meglio dire …
… la madre di tutti i frullati!
Avete presente quei frullati striminziti a cui siete abituati?
Ecco, dimenticateli!
Siete in America e tutto e più grande, … anche il frullato! …
… quindi, …
… la prossima volta, …
… non fate sciocchezze …
… non chiedetelo BIG se non siete in compagnia di qualcuno che possa aiutarvi a finirlo!!!
Ora anche voi potete trascinare per i corridoi il vostro bagaglio mentre faticate per tenere una botte di frullato con l’altra mano …
… complimenti, vi siete già ambientati!
Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso
di Meno Pelnaso