A Torino il Museo della Frutta

Aprile 19, 2007 in Arte da Gabriella Grea

garnier vallettiIl museo “Francesco Garnier Valletti” è collocato nel palazzo degli Istituti Anatomici, insieme al Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando” e al Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” (di prossima apertura), in via Pietro Giuria 15 a Torino ed è aperto al pubblico dal febbraio 2007.

Sogno di una notte di quasi primavera

“un impasto da lavorare a caldo di

resina drammar e polvere di

alabastro che rende i frutti inalterabili,

immuni alle offese del tempo e dell’incuria”


Francesco Garnier Valletti

Modelli pomologici, collezione F. Garnier Valletti

La notte del 5 marzo 1858, Garnier Valletti elabora in sogno il “fiore del suo segreto”. Questa ricetta gli consentirà di aggiudicarsi il plauso dei “Membri del Congresso Pomologico di Vienna”.

L’Autore della Pomona Artificiale Italiana, premiato alle diverse Esposizioni Estere e Nazionali, così recita la sua carta intestata, nasce a Giaveno nel 1808 e muore a Torino nel 1889, lasciando alla città più di mille esemplari di frutti artificiali, acquistati nel 1927 dalla Stazione di Chimica Agraria di Torino, attualmente esposti al Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”.

Per accogliere degnamente i “Frutti Artificiali plastici”, il direttore della Stazione di Chimica Agraria fece costruire 5 armadi –gli stessi che ospitano tuttora queste opere d’arte-, all’interno dei quali vengono collocati gli esemplari di numerose varietà di albicocche, fichi, mele, pere, pesche, pesche noci, prugne, uva, patate e persino un esemplare di melocotogno, barbabietola, pastinaca e melograno. Nel tempo la collezione pomologica si amplia con l’acquisto di altri frutti, ortaggi e da modelli di “putrefazione” delle mele.

La collezione originaria del Valletti è giunta sino ad oggi nella sua interezza quasi completa, ad eccezione dell’uva, la cui fattura è di grande qualità estetica (veri vinaccioli all’interno degli acini), ma non di pari resistenza; è stato necessario restaurare soli 38 frutti, a dimostrazione della validità della formula del loro autore e della cura con cui sono stati conservati nel tempo.

Il museo non si limita però a valorizzare la collezione pomologica , consente anche di ammirare il patrimonio storico scientifico della “Regia stazione di Chimica Agraria” costituita nel 1871 e divenuta nel 1967 “Sezione operativa di Torino dell’Istituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante”.

pereLa collaborazione con l’Università ha consentito di trovare una collocazione non solo ai frutti del Valletti, ma anche alla biblioteca (più di 19000 volumi), ai laboratori e agli altri beni storici conservati dalla stazione, in un ala del palazzo degli Istituti Anatomici, dove già si trovava lo storico “Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando”, accanto ai locali che ospiteranno il museo di antropologia criminale Cesare Lombroso ( apertura prevista al pubblico 2008), via Pietro Giuria 15 nel quartiere San Salvario.

Al tramontare del XIX secolo, agli albori del Novecento, Torino era la capitale del positivismo e San Salvario il nucleo della “Città della Scienza”con il palazzo degli Istituti Anatomici, la regia Scuola di Applicazione per gli ingegneri e l’Orto Botanico.

I Primi passi nel museo il visitatore li muove proprio ripercorrendo le vicende del quartiere San Salvario dagli inizi del Settecento, con la creazione dell’Orto Botanico – primo stanziamento scientifico-, alla creazione dei vivai Burdin nel 1822, sino al trasferimento alla fine dell’800 della Regia Stazione di Chimica Agraria e dell’Accademia di Agricoltura con i suoi orti sperimentali.

La Stazione di Agraria elabora la cartografia agreogeologica per uno sfruttamento dei terreni più razionale e si interessa di conservazione alimentare a mezzo del freddo, attrezzando i laboratori con il primo frigorifero sperimentale del paese e partecipando agli studi per la costruzione dei mercati generali.

La visita procede attraverso la gli ambienti fedelmente ricostruiti utilizzando l’arredamento originale della Regia Stazione di Chimica Agraria di via Ormea 47.

I laboratori sono l’anticamera per la collezione pomologica, l’orgoglio museale: due sale che ospitano i più di mille frutti modellati dall’artista scienziato e le testimonianze che illustrano la vita, l’opera e la tecnica di Garnier Valletti.

Personaggio eclettico e intraprendente, nasce confettiere, si dedicherà alla creazione di fiori ornamentali in cera, ma vedrà premiata la sua maestria in tutta Europa: presso la corte imperiale di Vienna e persino alla corte dello zar di Russia grazie all’ elaborazine dei frutti.

In lui convivono la figura dell’artigiano, dell’artista e dello scienziato che otterrà il riconoscimento del suo valore con una cattedra di Pomologia Artificiale all’Istituto Sommelier di Torino nel 1889 anno in cui morirà di polmonite.

Lasciamo pomi e pere per addentrarci nella biblioteca e nell’ufficio del direttore, dove ausili visivi proiettano interessanti documenti prodotti dall’istituito Luce.

La sezione si chiude con gli anni della guerra, ricostruiti nell’ufficio del direttore; guerra che provocherà una battuta d’arresto nella vita culturale della stazione di agraria, risorta, ma con un orientamento diverso, dagli anni 50 ad oggi.

Si rende evidente quindi la trasformazione della produzione ortofrutticola da artigianale ad industriale, introducendo nuovi metodi di coltivazione, conservazione, distribuzione e consumo. Confrontando il passato ed il presente il Museo intende approfondire il perché dell’abbandono di molte varietà agronomiche ed offrire un contributo qualificato sulla salvaguardia delle biodiversità in un mondo globalizzato.

Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”

via Pietro Giuria, 15 – 10126 Torino

tel. 011.670.8195 – fax 011.670.8196

e-mail: [email protected]

www.museodellafrutta.it

di Gabriella Grea