A proposito di Giochi Olimpici …
Ottobre 2, 2005 in Medley da Stefania Martini
Si sono svolti nei giorni scorsi a Teheran, in Iran, i Giochi Olimpici Femminili Islamici, nuovo nome coniato per questa quarta edizione dei giochi riservati alle atlete di religione musulmana che, osservando le regole dell’abbigliamento islamico, non possono partecipare ai Giochi Olimpici.
Circa 2000 donne tra atlete, allenatrici e arbitre provenienti da 43 nazioni (tra i partecipanti anche gli Stati Uniti, con una sola rappresentante, la sprinter Sara Kureshi che ha gareggiato nelle prove veloci di atletica. L’Italia non era presente) si sono sfidate nelle discipline del tiro a segno, tae-kwon-do, ginnastica artistica, golf, ping pong e ping pong per disabili, nuoto, squash, badminton, basket, tennis, tiro con l’arco, judo, karate, calcetto, pallavolo, pallamano e atletica leggera.
La particolarità di questi giochi, che si svolgono tradizionalmente ogni quattro anni, è quella per la quale vengono rispettati pienamente i dettami della religione islamica: gli spalti del complesso sportivo dove si svolgono le competizioni sono vietati agli uomini.
Infatti, secondo la religione islamica, agli uomini che non facciano parte della famiglia è proibito vedere qualsiasi parte del corpo di una donna che non sia il suo viso.
Per alcune specialità, quali il tiro con l’arco e il tiro a segno, sono ammessi ad assistere anche gli spettatori maschi, in quanto la tenuta di gara è costituita dallo chador.
Il divieto è esteso alla trasmissione delle riprese televisive alla tv di Stato iraniana.
Per la prima volta dal 1993, anno di esordio dei giochi, sono state ammesse alle gare anche atlete non islamiche: armene di culto ortodosso, cristiane come alcune giocatrici della squadra di football irachena, protestanti erano alcune ragazze della squadra britannica, cristiane come le russe.
Tra le atlete di religione islamica che hanno gareggiato ai Giochi di Atene 2004, la senegalese Kene Ndoye, impegnata negli 800 metri, nel salto in lungo e nel salto triplo (specialità in cui si è classificata decima alle Olimpiadi e sesta ai recenti mondiali di Helsinki).
Ancora una volta, lo svolgimento di questi giochi in un paese che ha eletto alle presidenziali dello scorso giugno l’ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad, che sta valutando l’opportunità di istituire autobus e ascensori separati per le donne, è apparso come un gesto di sfida verso il regime.
Secondo la presidente della Federazione iraniana per lo sport femminile, Faezeh Hashemi, figlia dell’ex presidente Rafsanjani ed ex deputata del Parlamento, Anche in presenza di questo cambiamento nella struttura politica del Paese, non prevedo ci possano essere problemi, visto che con i Giochi ci proponiamo di far crescere l’attività sportiva tra le donne proprio rispettando i valori islamici”.
di Stefania Martini