Julian Cooper al Museo della Montagna

Giugno 30, 2005 in Arte da Marinella Fugazza

Julian CooperIn attesa del definitivo “look” il Museo Nazionale della Montagna continua un percorso di esplorazione rivolto a diversi territori e forme d’arte, cercando di proporre al pubblico una visione il più possibile articolata del panorama culturale delle alte quote. Julian Cooper è un pittore inglese contemporaneo le cui opere vengono esposte, dal 10 giugno al 18 settembre, all’interno della mostra “Pareti ghiacci precipizi. Geneticamente predisposto alla pittura (figlio di un acquarellista e di una scultrice, nonché nipote del pittore post-impressionista Alfred Gordon Bell), il quasi sessantenne artista britannico è stato influenzato dalle correnti pittoriche orientate all’alpinismo e alla montagna. Dagli inizi degli anni ’90 la sua attenzione e concentrazione si è soffermata sulla ricerca di una forma di pittura che gli permettesse di sfruttare la sua esperienza di alpinista e rocciatore per rafforzare la pura e semplice esperienza visiva provata nell’osservazione del paesaggio. Da questo studio scaturisce un personale linguaggio artistico che ha portato Cooper ad essere considerato uno dei “pittori contemporanei di paesaggi montani più interessanti ed originali”.

La mostra offre, per la prima volta, l’opportunità di ammirare insieme le tre serie più recenti delle sue creazioni. Ognuna ha per soggetto una montagna o un gruppo montuoso, nelle quali si colgono soluzioni molto differenti al duplice problema della rappresentazione e dell’articolazione di rapporti e relazioni tra uomo e natura, riscontrati in regioni diverse del mondo: i suoi dipinti sull’Himalaya evocano un luogo quasi incontaminato dalla presenza umana; il “grande anfiteatro nero” della parete Nord dell’Eiger, è accessibile solo a pochi malgrado si trovi nel cuore delle Alpi; i quadri sulla cava dell’Honister Crag raffigurano un elemento naturale che è stato completamente rimodellato dall’intervento dell’industria, anche se paradossalmente si trova nel cuore dell’incontaminato Lake District, in Inghilterra. Insieme rappresentano un corpo di opere considerevole e costituiscono una nuova forma di pittura paesaggistica che si interessa simultaneamente al paesaggio come soggetto della vita e delle preoccupazioni contemporanee.

La maggior parte delle trentasei opere esposte sono di grandi dimensioni e rappresentano un’elaborazione di piccoli studi sviluppati sul posto, fotografie e memorie. Si nota immediatamente la quasi totale assenza del cielo e la trasformazione dell’oggetto di osservazione, che passa dalla montagna nel suo insieme all’esame ravvicinato di aree selezionate del terreno. Mentre le opere realizzate sul posto sono riuscite a catturare sulla tela l’aspetto più superficiale e immediato delle vette, i quadri realizzati di ritorno dai viaggi toccano aspetti psicologici più profondi. L’azione del pittore sulla superficie della tela mette in atto gli stessi processi ai quali il versante della montagna è soggetto: accumuli di materiali, erosioni, frane e valanghe.

Come ottima consuetudine del Museo torinese tutte le opere presentate (tra queste una entra a far parte delle raccolte permanenti del museo stesso) sono riprodotte nel Cahier Museomontagna n. 147 con testi di approfondimento, alcuni scritti dallo stesso Julian Cooper (pagg. 96, Euro 12,00).

Pareti ghiacci precipizi

Torino, Museo Nazionale della Montagna (ingresso provvisorio: Via G. Giardino, 48)

10 giugno – 18 settembre 2005

Biglietti: intero euro 5,00; ridotto euro 3,50; soci CAI euro 2,50.

di Marinella Fugazza