FilmFestival Città di Trento

Maggio 16, 2004 in Cinema da Marinella Fugazza

Film trentoLa cinquantaduesima edizione del FilmFestival Città di Trento quest’anno non ha assegnato la Genziana d’Oro Premio del Club Alpino Italiano per il miglior film di alpinismo. Nel corso della proclamazione dei vincitori, svoltasi nella suggestiva cornice della Sala Depero, il presidente della giuria, il regista Maurizio Nichetti ha con queste parole spiegato il motivo della mancata attribuzione del premio: “All’inizio di questa premiazione la giuria ha dichiarato la sua delusione per buona parte dei film presentati nella categoria alpinismo, ma in questa categoria abbiano un paradosso. In questa selezione insoddisfacente c’è un vero capolavoro, un film originale che combina la tecnica di un film a soggetto con quella del documentario. Il film descrive una delle storie più conosciute dell’alpinismo moderno, una storia che sarebbe stato facile manipolare e corrompere. Ma un’impeccabile regia e una solida produzione hanno realizzato un film assolutamente fedele al racconto e all’avvincente spirito della storia. E’ un film che segna uno standard e diventerà un esempio e un paragone per i futuri film di montagna. Il film è TOUCHING THE VOID di Kevin Macdonald (Gran Bretagna). Sfortunatamente non possiamo assegnare la Genziana d’Oro per il miglior film d’alpinismo a questo film. Ci sarebbe piaciuto molto, ma il regolamento del Festival ce lo impedisce. Non possiamo assegnare due premi allo stesso film e la giuria non ha avuto un attimo di dubbio, ha deciso di assegnare all’unanimità la Genziana d’Oro – Gran Premio Città di Trento a TOUCHING THE VOID”. Quindi, nel cinquantenario della conquista italiana del K2, una Genziana d’Oro è rimasta a disposizione per la prossima edizione del Festival che sarà dedicata all’Artide ed Antartide.

Il film premiato, dato per favorito fin dai primi giorni della rassegna e da molti considerato un capolavoro, ripercorre l’appassionante e coinvolgente avventura alpinistica di due giovani inglesi sulle Ande peruviane: Joe Simpson e Simon Yates; in un emozionante racconto, il dramma della sopravvivenza di Simpson, caduto in un crepaccio durante la discesa e l’angosciante decisione e il rimorso di Yates. Il film è tratto dal libro “La morte sospesa” scritto da Simpson 3 anni dopo l’incredibile avventura.

L’altra Genziana d’Oro in palio, quella del “Premio della Città di Bolzano” per il miglior film di montagna è stata assegnata ad un lungometraggio svizzero: “Au sud des nuages” di Jean Francois Amiguet. Un contadino di un piccolo villaggio svizzero perde tutti i suoi affetti più cari e parte per un viaggio di scoperta, dal Vallese alla Cina, con un gruppo di amici che lo abbandoneranno lungo la strada: uno spaccato del villaggio globale che è il mondo raccontato con umorismo e tenerezza.

La Genziana d’Argento per il “miglior film di esplorazione” è stata attribuita ad una storia epica: un uomo solo contro un continente. “Un moderno Robinson Crusoe attraversa l’Australia da solo, a piedi, senza supporti. Realizzare un film così completo in circostanze così particolari e avverse è stata una seconda conquista dopo quella di un intero continente” è la motivazione che ha premiato “Alone across Australia” di Jon Muir e Ian Darling: un racconto cinematografico ricco di magia e poesia che emoziona, coinvolge e diverte grazie alla vivacissima presenza di Seraphine, la cagnolina che accompagna trotterellando Jon Muir nei suoi solitari 2.500 chilometri.

La Genziana d’Argento per il “miglior film di ambiente montano e di promozione dello sviluppo sostenibile” è andato all’italiano Marco Preti per il suo “Papuas”: le barriere linguistiche e culturali possono essere cancellate vivendo come uno dei protagonisti del film; i problemi interpersonali affrontati in molte società occidentali non sono poi così diversi da quelli delle culture cosiddette primitive.

Un ex equo per la Genziana d’Argento al “miglior film di sport ed avventura sportiva” a “Socialmente inutile” di Andrea Frigerio (l’alternanza delle scene di arrampicata con i pensieri dei singoli protagonisti descrive, anche con efficace ironia, una passione sincera per un’attività socialmente inutile) e al francese “Dolomites trance” di Ride the Planet (un cortometraggio, solo 6 minuti di proiezione, concentrato, ancora una volta, su un piccolo gruppo di amici che portano in montagna il loro amore per due discipline sportive: arrampicata e base jumping: un film che lascia senza fiato).

La giuria composta, oltre che dal trascinante Maurizio Nichetti, anche da Harish Kapadia, Fulvio Mariani, John Porter e Waclaw Swiezynski ha attribuito una menzione speciale a 4 diversi film d’esplorazione, la categoria meglio rappresentata in questa edizione del festival. “Deep blue” di Alistair Fothergill e Andy Byatt, “In search of Zhang Zhung” di Alex Gabbay, “Gomgashtei dar aragh” di Baham Ghobadi e a “Charles, Edouard ou le temps suspendu” di Bernard Boyer.

Infine il “Premio speciale della Giuria” è stato assegnato all’opera “Ergy” di Marat Sarulu, film che riassume in sé la principale motivazione sulla quale si è basata la scelta dei vincitori: “In una realtà locale si trova l’universale”.

di Marinella Fugazza