Inceneritore? No, grazie!
Gennaio 31, 2002 in Attualità da Redazione
Un inceneritore da oltre 100.000 tonnellate di rifiuti l’anno e una nuova discarica. Questi i “premi in palio” per Torino e alcuni Comuni dell’area Sud est della provincia.
Il 13 dicembre 2001 la commissione Bobbio, incaricata dell’individuazione dei possibili siti dove costruire i due impianti di smaltimento, ha reso noto il fatidico elenco. I siti che dovranno essere sottoposti alla valutazione di impatto ambientale sono quattro per la discarica, ovvero Torrazza, due a Montanaro, Foglizzo, e quattro per l’inceneritore, esattamente Torino, ancora Montanaro, Volpiano e Chivasso.
La questione non è di poco conto. Dati alla mano, ambientalisti e comitati di protesta mettono in guardia i cittadini sui gravi rischi che corrono gli abitanti delle aree vicine agli impianti di smaltimento. Dichiara il dottor Bo, medico chivassese membro del comitato Cielo azzurro contro l’inceneritore: “Nelle zone d’Italia che già ospitano strutture simili si è rilevato un incremento di tumori e leucemie del 40% ed un inquinamento paragonabile a quello prodotto da milioni di automobili”. Dati agghiaccianti che non hanno lasciato indifferente la popolazione.
A Montanaro la conferenza dibattito organizzata dal circolo Legambiente-Ecopolis è stata seguita da una folla preoccupata e partecipe. Sul banco degli imputati c’era il sindaco Riccardo Massa, accusato di rovinare l’ambiente e svendere la salute della gente in cambio di un pugno di euro. Messo alle strette, lo stesso sindaco ha ammesso che: “Simili impianti sono nocivi, ma non abbiamo scelta. In provincia di Torino sono poche le strutture di questo tipo e, se malauguratamente cessassero di funzionare, ci troveremmo in gravissima emergenza”.
Gli ambientalisti dal canto loro contestano la base stessa del ragionamento: “Non bisogna pensare in termini di discarica e inceneritore. Tali impianti non vanno proprio costruiti. La soluzione è promuovere al massimo la raccolta differenziata con riciclaggio”.
Le amministrazioni comunali sono accusate di promuovere la costruzione degli impianti di smaltimento sul loro territorio perché desiderose di ottenere le sostanziose compensazioni economiche previste dalla normativa in materia. Infatti le comunità locali beneficiano di un contributo iniziale pari al 12% dell’investimento complessivo più una compensazione periodica commisurata al volume di attività dell’inceneritore o della discarica. Lapidario a questo proposito il commento del dottor Bo di Cielo azzurro: “Non mi interessa una città lastricata d’oro se io sono già morto e sepolto”. Applausi scroscianti. La protesta cresce di giorno in giorno e Legambiente sta organizzando altri incontri in tutta l’area interessata.
Prossimo appuntamento il 1 febbraio a Chivasso.
di Luca Stra