180 minuti per il titolo

Aprile 22, 2002 in Sport da Roberto Grossi

Le polemiche tra il presidente Moratti teso come la corda di un violino e i dirigenti di corso Galileo Ferrarsi non sembrano affatto giunte all’epilogo. Con gli uomini di Lippi tornati prepotentemente in corsa per lo scudetto la tensione tra le due società è infatti aumentata in maniera vertiginosa, tanto da far quasi impallidire gli epici scontri Juve-Roma, storicamente combattuti in campo e altrettanto ‘guerreggiati’ fuori. Al termine dell’incontro vinto domenica scorsa con il Piacenza Moggi si era lasciato scappare una frase poco gentile nei confronti del numero uno interista: “Qualcuno dovrebbe vergognarsi per quanto detto in settimana”, l’attacco del d.g. bianconero, prontamente replicato dal patron nerazzurro, poco avvezzo ai complimenti: “E’ incredibile come Moggi parli con tanta disinvoltura di se stesso”.

A 180’ dalla fine la rissa verbale continua, e serviranno a poco le parole pronunciate ieri da Del Piero in sala stampa, tese a rasserenare l’intero ambiente: “Io sono un amante di questo sport – ha dichiarato Pinturicchio – e mi dispiace per tutte queste polemiche. Si tende ad esaltare poco il gesto tecnico, il calcio giocato, si preferisce invece dare troppo spazio alle dichiarazioni post-partita. Le recriminazioni ci stanno, ma tutto deve finire li, senza montare casi giornalistici. Peccato, perché è un campionato bello e avvincente, con tre squadre ancora in corsa e dove le situazioni si ribaltano completamente nel giro di pochi minuti, come è avvenuto domenica scorsa”.

Il capitano bianconero poi, deve fare i conti anche con il duello a distanza tra lui e Roby Baggio, che ha recuperato dall’infortunio a tempo di record e che qualcuno vorrebbe al suo posto in nazionale: “Sono sorpreso dal suo recupero lampo e il fatto che abbia segnato due gol mi fa piacere. Non avverto però questo dualismo: la nostra presunta competizione per il Mondiale è campata in aria, alimentata dalla voglia di fare notizia. Questo non vuol dire che io devo andare in Giappone e lui no, ritengo comunque di essermi meritato un posto e sino ad ora non penso di essere stato messo in discussione. Il presunto dualismo è forse uno strascico di ‘Francia ’98’: in quel caso c’era competizione, anche se io e Baggio siamo sempre stati molto chiari sulle nostre posizioni e abbiamo dimostrato reciproca stima”. Alla domanda sul perché si metta in discussione lui e non Totti, Alex risponde così: “Perché Trapattoni è stato chiaro, ha elogiato il romanista e ha dato per scontato che lui sarà titolare nel ruolo di trequartista. Io invece, soprattutto ad inizio stagione, ho fatto un po’ di panchina. Inoltre nel ruolo di seconda punta c’è molta più concorrenza e non dobbiamo dimenticare che essere juventino divide storicamente i pareri in maniera netta: pro o contro di te. La stessa cosa non accade per i giocatori di altre squadre”.

Meglio tornare al calcio giocato e a questa Juve che pur senza brillare ha conquistato al ‘Garilli’ tre punti pesantissimi portandosi a meno uno dalla vetta: “Alti e bassi in questo momento della stagione sono normali – conclude Del Piero -, l’importante è riuscire a vincere, specie contro squadre come il Piacenza che attraversano un ottimo periodo di forma. La fortuna e la sfortuna al termine della stagione si bilanciano: contro gli emiliani ci è andata bene, ma in altre circostanze la dea bendata non era stata dalla nostra parte. Ora siamo molto più fiduciosi nello scudetto rispetto a qualche settimana fa, però l’Inter ha sempre un punto più di noi e ha il coltello dalla parte del manico: dobbiamo sperare in un altro passo falso dei nerazzurri per sorpassarli”.

di Roberto Grossi