verità e fatalità

Ottobre 17, 2006 in il Traspiratore da Redazione

“Io vi battezzo con acqua… ma colui che viene dopo di me è più potente ed io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco…”

Questa volta apro con i versetti del Vangelo di Matteo, per entrare netta e decisa su un argomento “esotico” per luogo e a me poco consono per competenza; ma voglio provare ad affrontarlo.

Molte pitture ed affreschi rappresentano l’Ascensione con il levarsi al cielo di uno sfolgorante bagliore e con il posarsi sugli Apostoli di lingue di fuoco. Dunque, il Fuoco viene scelto per rappresentare lo Spirito Santo, dono prezioso che si “accende” alla nascita e, a volte forte, a volte debole, illumina il nostro cammino e arde fino alla fine, lasciando un marchio indelebile che va oltre il nostro tempo.

Ora, a prescindere dalle implicazioni sulla fede, che fanno parte della formazione cattolica di ciascuno, riusciamo a trovare il modo di intercettare dentro di noi la Fiamma che arde e ci anima? E’ fuor di dubbio, infatti, che una traccia dentro ci debba essere, altrimenti saremmo piatti, senza sensazioni, sentimenti, passioni. Insomma, ci sentiremmo vuoti o, peggio, non ci sentiremmo per niente. Affermato che abbiamo qualcosa in noi che ci muove, possiamo anche asserire che questa “fiamma interiore” influenza le nostre scelte, le decisioni, le azioni e gli stati d’animo.

Cominciamo a esaminare le azioni, le decisioni, le scelte. Siamo esseri umani, quindi dovrebbero essere sempre, o quasi, il frutto di pensieri e ragionamenti più o meno elaborati, originati e guidati, almeno in parte, dal “nostro fuoco interiore”, normalmente identificabile in uno slancio passionale che ci spinge a fare le varie attività ordinarie, ma che, nel corso della Storia, ha spinto l’Umanità a fare altre cose, straordinarie. Possiamo anche intendere le nostre azioni come reazioni fisiche e psicologiche ai comportamenti voluti e determinati da altri soggetti, a loro volta spinti dal proprio “fuoco interiore”.

E gli stati d’animo? Pensiamo a tutti quei momenti in cui ci sentiamo pigiati da uno stato di “depressione”, o pervasi da una carica di entusiasmo, o semplicemente siamo di buono o cattivo umore. Anche se per prima, alle 7.15, mentre preparo il caffè, accendo la tv per sentire l’oroscopo, possiamo davvero ricondurre il nostro umore al passaggio dei pianeti? Pur trattandosi di calcoli precisi, che sanciscono passaggi inesorabili e unici delle traiettorie astrali, non possono influenzare la condizione di spirito di un numero tanto elevato di persone in maniera così uguale e standardizzata! E’ più logico pensare che siano azioni, scelte e decisioni (proprie e, come detto, in concomitanza con quelle altrui, oltre che con la variabile tempo) a condizionare veramente la nostra disposizione d’animo.

Ad esempio, ci fidiamo che una quadratura Saturno-Luna possa causare la depressione, o, seguendo criteri medico-scientifici, consideriamo questo malessere misto a sconforto una malattia con precise cause e possibili cure?

E’ più probabile che i forti disagi e gli scompensi psicologici siano creati da combinazioni celesti oppure siano originati da situazioni in cui la nostra “coscienza”, colpita da un evento, esterno o interno, particolarmente negativo, sia rimasta segnata, scoperta e catapultata a dover dare forma a ragionamenti cui siamo troppo poco abituati e che, senza un “sostegno”, sembrano opprimenti?

Torniamo all’inizio, affermato che dentro di noi “qualcosa” c’è, abbiamo visto come questo “qualcosa dentro” si muove, determina le nostre ed altrui azioni, decisioni, scelte e, di conseguenza, stati d’animo.

Non sarà molto, ma vorrei tanto che la scelta fatta di dimostrare (o cercare almeno di sollevare il dubbio) l’esistenza e il modo di interagire della nostra forza interiore determini tante altre scelte, mie, col “mio debole fuoco”, e del mondo.

Il Traspiratore – Numero 58

di V. Tornabene