Una civetta allo specchio

Giugno 17, 2002 in Libri da Sandra Origliasso

Renzo Rossotti, “Una civetta allo specchio”, Fogola Editore, pag. 220; Euro 17,56

31234Nel corso di un’intera notte, si rincorrono nella città le auto che sfrecciano sulle strade battute da una pioggia scrosciante, che rende l’asfalto scivoloso. In un attimo scende il buio, si spengono gli interruttori delle case e delle luci pubbliche, mentre per pochi attimi una sequenza di gesti spinge la parte oscura della coscienza ad un premeditato colpo di scena. Quando ritorna la luce, la vita riprende dentro i palazzi del centro di Torino, ma niente è più come prima: un uomo giace supino ai piedi del commissario Borghi.

Ed è da un punto di non ritorno, che parte un’inchiesta che ci porterà a sfogliare, ad una ad una, le pagine del nuovo libro di Renzo Rossotti intitolato “Una civetta allo specchio” (Fògola editore), alla volta di un percorso per le strade di una città solo parzialmente in luce. Difatti è la parte in ombra quella davanti a cui Borghi si trova di fronte, arrivando così a scoprire su di una moneta l’effigie di una civetta sotto la quale è incisa una scritta all’incontrario, leggibile solo se rivolta verso lo specchio.

Quindi la moneta diventa il pretesto per scavare nella vita di un uomo, solo apparentemente brillante, svelando dei retroscena imprevisti, conditi da elementi appartenenti al mondo del mesmerismo e legati ad una sola parola: Dumbree. Inoltre, chi si nasconde dietro ad altri due misteriosi delitti restituiti dal suono di un registratore gracchiante? Questo e altri sono i fatti che si intrecciano nella trama di un giallo scritto con grande garbo da uno scrittore d’esperienza, che trova il pretesto con questo romanzo di tramandarci un altro pezzo di storia sulla Torino magica.

La profondità dell’indagine si riconosce innazitutto dal susseguirsi dei fatti,il cui racconto non si limita alla semplice esposizione cronicistica, ma tenta una approfondimento a livello psicologico restituendoci dello stesso Borghi un immagine credibile. Infine, Rossotti si rivela un abile giallista evitando di scivolare nel luogo dell’ovvio, col rischio di incamminarsi verso una facile imitazione.

di Sandra Origliasso