Un fondo d’ORO

Febbraio 19, 2006 in Sport da Federico Danesi

PRAGELATO – Stava scritto che dopo dodici anni l’Italia tornasse sul trono del fondo. Ma bisognava anche saperlo leggere. E gli azzurri lo hanno fatto, con la gara della vita, ognuno per la sua parte. A Lilehammer avevamo dovuto sussultare sin sul traguardo, con quel Daehlie mostruoso che proprio non voleva saperne di dare strada a Sissio Fauner. Questa volta no, tutto deciso molto prima del rettilineo finale, ma proprio per questo quasi ancora più bello.

Ancora una volta, al lancio, il più vecchio del gruppo. In Norvegia era stato De Zolt, che il primo proprio non lo voleva fare e che invece si convinse all’ultimo. Qui è stato Fulvio Valbusa, uno che il mese scorso era scappato dalla nazionale perché convinto che lo volessero tenere fuori ed è rientrato solo dopo una lettera di scuse quasi estorta. Molto simili nel carattere, i due, e stesso rendimento in pista, con il veronese che non ha concesso un metro.

La seconda frazione, oggi come allora, era una sicurezza. Di Centa ha fatto l’Albarello, reggendo perfettamente il ritmo degli avversari. Poi è arrivato lo skating. Vanzetta era stato eroico a reggere contro i norvegesi. Piller Cottrer ha fatto di più, attaccando là dove sapeva di poterlo fare, staccandosi di ruota tutti, dando il cambio a Zorzi con 6 secondi di vantaggio.

E “Zorro”, che avrebbe anche potuto essere il nuovo Fauner, ha fatto molto di più, incrementando il vantaggio, non accontentandosi di attendere una volata che lo vedeva comunque favorito. Ha salutato tutti, ha avuto il tempo d’imbandierarsi e zittire critici e pubblico avverso prima di tagliare il traguardo.

Per Valbusa è il premio ad una carriera. Per Zorzi lo stimolo a far bene anche nella Sprint di martedì. Per Di Centa il riscatto dopo tante amarezze. E per Piller Cottrer, capitano coraggioso di una nazionale da monumento, il segnale che nella 50 skating conclusiva tutti dovranno guardarsi da lui.

SCI, TUTTO RINVIATO

Doveva essere il giorno del Superg femminile, ma la nevicata fittissima su San Sicario, unita alla nebbia, ha convinto che fosse meglio non partire. Meglio così, ma un vantaggio per Janica Kostelic, che non si era nemmeno presentata al via stremata dopo la combinata e che invece oggi potrà dire la sua. Gara che dovrebbe partire alle 12, con la soluta lotta tra austriache e resto del Mondo e le nostre che coltivano piccole speranze. Si chiamano, soprattutto, Lucia Recchia (pettorale 14) e Nadia Fanchini (9). Al via anche Elena Fanchini (con il 2) e, soprattutto, Daniela Ceccarelli (7). Almeno sino alla fine della gara il campione olimpico è ancora lei.

Alle 9.30, al Sestrière, l’attesissima prima manche del gigante maschile. Due uomini da podio, Blardone che partirà con il 5 e Simoncelli con il 15, e gli altri due, Moelgg (19) e Schieppati (22), per la sorpresa. Certo che questa neve, che coprirà il ghiaccio vivo delle piste, rischia di rovinare i piani degli azzurri.

CHIARA, UNA GARA IN SCURO

Doveva essere l’unica medaglia certa del pattinaggio velocità, si è trasformata in una mezza delusione. Chiara Simionato ha completamente sbagliato la prova sui 1.000 metri, la sua gara e la sua distanza, visto che era fresca dal successo nella classifica di specialità in Coppa del Mondo. Forse troppo carica di responsabilità, la capitana azzurra è andata in affanno sin dal secondo giro, terminando lontanissima dalle prime. Può succedere anche ad atlete esperte come lei, ma è comunque un peccato.

di Federico Danesi