Torino non vivrà solo di Olimpiadi

Marzo 24, 2002 in il Traspiratore da Federico Danesi

30007L’assessore allo sport del Comune di Torino, Renato Montabone, illustra i progetti per i prossimi anni

A quattro anni dall’appuntamento olimpico, la Torino sportiva vive un momento di grande fermento: impianti da ristrutturare o costruire ex novo, ma soprattutto un’attività da riorganizzare, per far sì che la città non esaurisca la sua carica nel 2006. E’ un compito che spetta anche a Renato Montabone, assessore allo Sport della città e uomo che conosce da sempre la materia.

Assessore, qual è il bilancio dei suoi primi mesi in Comune?

Molto positivo. Quando sono entrato in carica l’urgenza maggiore era fare un check-up completo degli impianti comunali, quelli che servono anche per lo sport di base. Ce ne sono di ottimi, ma anche di fatiscenti. L’indirizzo della precedente gestione comunale era stato quello di dare gli impianti il più possibile in gestione alle società che li sfruttavano; ora occorre una tutela maggiore.

Come intendete agire?

Un esempio per tutti può essere quello dei campi di calcio. Solitamente spogliatoi e strutture sono buone, ma i terreni lasciano a desiderare, perché troppo sfruttati. Visto che anche la Fifa ha approvato l’utilizzo dell’erba sintetica, partiremo dall’inizio del 2003 con la sua installazione su tutti i campi comunali. Chiederemo ad ogni circoscrizione di indicarcene uno per cominciare ed entro tempi ragionevolmente brevi completeremo il lavoro. Avremo così un notevole risparmio pecuniario, perché la manutenzione sarà molto più agevole e in più saranno garantiti per almeno dieci anni.

Da quale comincerete?

Credo che si possa iniziare con quello collocato in Piazza d’Armi, area da riqualificare perché fortemente interessata dalle prossime Olimpiadi. Il parco deve essere attrezzato per accogliere l’attività sportiva di tutti i semplici appassionati, anche solo quelli che praticano jogging. La zona rivoluzionata sarà soprattutto quella dove attualmente sorge lo stadio Comunale.

A chi teme che possano sparire impianti essenziali, come la piscina olimpica, cosa risponde?

Non c’è niente da temere. E’ vero che la struttura della piscina interessa da vicino il nuovo palazzetto olimpico da 12.500 posti, che ha trovato collocazione definitiva in quell’area, ma niente verrà sconvolto. Intanto la piscina resterà aperta sino alla fine di quest’anno e presto apriremo le due vasche che si trovano di fianco, su corso Galileo Ferraris. In più verrà ristrutturata la comunale di via Filadelfia.

Restando in zona, come verrà rimodellato lo stadio Comunale?

Diventerà un impianto da ventimila posti, con pista d’atletica. Potrà essere utilizzato per il calcio, ma anche come area all’aperto per i concerti. In più sposteremo lì l’Istituto di Medicina dello Sport e probabilmente anche le sedi del Coni e delle varie federazioni sportive. Dietro, dove adesso sorgono i campi Combi e Calligaris (via Filadelfia, n.d.r.) creeremo un campus sportivo universitario, anche se dobbiamo ancora valutare al meglio il progetto.

E la torre di Maratona?

Resterà dov’è. Probabilmente ospiterà la fiaccola olimpica.

Gli altri impianti che interessano le Olimpiadi come saranno riutilizzati?

Il Palavela (che ospiterà pattinaggio artistico e short track, n.d.r.) non avrà poi una destinazione sportiva. Le strutture che attualmente ospita saranno ricollocate entro tempi ragionevolmente brevi: i campi da calcio a 5 e la parete per l’arrampicata troveranno posto nell’impianto che ospiterà la pista di riscaldamento delle Olimpiadi, costruito lì vicino. Il problema più grosso è la pista di atletica. Auspico vivamente che venga sistemata all’interno del nuovo palazzetto di corso Sebastopoli.

Altra nuova struttura sarà quella di corso Tazzoli che resterà il vero impianto per gli sport del ghiaccio a Torino, con due piste.

A che punto sono i lavori per il Palasport di Parco Ruffini?

Saranno completati entro la fine dell’anno. Una struttura più moderna, da quattromila posti, ideale per molti degli sport torinesi. Lo stesso dicasi per la pista dello stadio intitolato a Primo Nebiolo. Completata l’illuminazione, verrà coperta la tribuna principale e soprattutto realizzata una pista per il riscaldamento degli atleti.

In questi anni Torino ha perso via via il grande basket, la pallavolo, il calcio a 5 scudettato, solo per fare degli esempi. Non rischiamo di ritrovarci in una situazione paradossale, cioè quella di avere molti impianti per lo sport di vertice e non avere squadre che li sfruttino?

E’ un rischio che dobbiamo correre e d’altra parte le esigenze olimpiche sono imprescindibili. Sta a noi fare in modo che gli impianti vengano sfruttati al massimo ed esistano circuiti di manifestazioni internazionali nei quali ci vogliamo inserire. E’ essenziale recuperare le realtà importanti di Torino. Un esempio è la collaborazione instaurata con la Noicom: quest’anno solo due partite, in futuro sicuramente di più.

Torino nei prossimi anni sarà crocevia di grandi eventi sportivi, non solo l’Olimpiade. Come si prepara la città?

Stiamo lavorando alacremente. Ad ottobre il primo appuntamento, con la Coppa del Mondo di marcia. Poi le candidature per i Mondiali di scherma e bocce, nel 2005, e quella per le Universiadi del 2007.

Il Traspiratore – Numero 35

di F. Danesi