Stregoneria o sciamanismo?

Marzo 20, 2002 in Attualità da Sonia Gallesio

29972(1)Il mondo delle pratiche esoteriche, benché una tale generalizzazione possa risultare piuttosto azzardata, ha esercitato nei secoli un ruolo di grande fascino, suscitando intense passioni o ferocissime critiche. Ancora oggi i vecchi racconti, le superstizioni, le antiche leggende non smettono di affascinare una discreta fetta di pubblico, per le ragioni più disparate.

Può trattarsi di attrazione nei confronti del mistero, giocosa voglia di brivido, passione per la storia popolare, semplice curiosità o addirittura desiderio di avventura. Proprio così, anche voglia di avventura: non è detto, infatti, che si possa viaggiare soltanto per luoghi; un viaggio avventuroso può essere compiuto anche nei meandri del passato, nelle pieghe della tradizione, alla ricerca di antiche credenze, forse per esorcizzare la paura – quella vera.

Il secondo incontro del ciclo di quattro conferenze “Stregoneria, cultura e rito”, a cura di Massimo Centini ed organizzato dal Gruppo Artisti Associati Teatro San Filippo, mira a rispondere ad un interessante quesito: quanto sciamanismo e stregoneria hanno in comune?

In effetti molto, più di quanto si sia istintivamente portati a credere. Streghe e sciamani, infatti, considerando le particolari capacità possedute o semplicemente attribuite ad entrambe le figure, sarebbero in grado di avere visioni, mutarsi in animale, volare, avrebbero capacità terapeutiche e conoscenze erboristiche.

Partendo da tale cardine, il relatore chiarisce agli spettatori l’effettivo ruolo dello sciamano nell’ambito delle varie culture e li guida durante un viaggio a ritroso nel tempo attraverso timori, tradizioni, ragioni storiche e culturali per poi lasciare intendere come i più grandi spettri del passato abbiano avuto terrestri natali, il complotto e la manipolazione delle masse come soffio generatore.

In tal senso è opportuno porsi alcune domande: come mai la maggioranza dei soggetti accusati di stregoneria erano donne? Perché le fanciulle perseguitate erano quasi sempre senza marito, erbarie, lesbiche o prostitute?

La demonizzazione imperversante assume così contorni più definiti, le accuse assomigliano sempre di più ad una lotta contro il diverso, il non riconosciuto, a forme di ghettizzazione prima e di annientamento poi, quasi come si trattasse di estirpare erbacce. Le pratiche considerate occulte, infatti, celavano soltanto, il più delle volte, riti frutto di una sapienza antica, rurale, che affondava le sue radici nelle tradizioni pagane e pre-cristiane.

È doveroso sottolineare come, per un tempo quasi infinito, la donna sia stata considerata quale creatura instabile, essere tentatore, focolaio del peccato. E’ indicativo, a questo proposito, citare alcuni scritti appartenenti ad illustri personalità dell’epoca: “Abbracciare una donna è come abbracciare un sacco di escrementi” è una frase di un noto inquisitore mentre “porta del Diavolo” è la definizione che il testo “Sugli ornamenti delle donne” ci fornisce a riguardo dell’essere femminile.

Quanto, in verità, le strategie della Chiesa e gli attacchi della medicina ufficiale hanno influito ad alimentare la devastante illusione della stregoneria? Indubbiamente non si può negare che siano esistiti gruppi dediti al culto di Satana, ma neppure si può dimenticare quanto spesso le accuse nascano per controllare, manipolare o per distruggere. In merito alla facilità con la quale il popolo si sia lasciato influenzare poi, …..mi vien da pensare alla necessità di trovare a tutti i costi una spiegazione per disgrazie e catastrofi, come se il nostro cuore di uomini non potesse accettare un dolore senza una giustificazione, come se dandogli un’origine malvagia ed infausta facesse meno male.

Stregoneria, cultura e rito

Breve viaggio alla ricerca delle radici di una credenza

Sala Conferenze in San Filippo

Via Maria Vittoria, 5 – Torino

Ingresso: libero

Informazioni: 011.541.136

I prossimi appuntamenti

  • Un mago contro i Savoia – Storia di uno “stregone” nella Torino di Vittorio Amedeo II

    giovedì 21 marzo 2002 h 21.15

    di Sonia Gallesio