Rock me Pat Wilder

Dicembre 4, 2007 in Spettacoli da Cinzia Modena

Pat WilderStrepitosa vocalist cresciuta nell’area di San Francisco, Pat Wilder è una voce versatile che si affianca a nomi più noti del Rhytm and Blues della Baia quali Etta James, Sugar Pie De Santo, parlando di blues and soul, oppure alle pure voci Jazz Mary Stallings e Danise Perrier, o ancora alle blueseggianti Linda Tillery e Lady Bianca. Cinquantenne, la sua espressione musicale miscela irrequietezza e i contrasti degli idioni afroamericani degli anni Settanta a una solida scuola blues avente come insegnanti di chitarra Luther Tucker (partner di John Lee Hooker) e Curtis Lawson per l’impostazione canora. Il risultato è un’accattivante versatilità vocale-strumentale che è ben testimoniato dal disco Sweet Love (etichetta Rusty Key): sonorità blues, soul, rock ed hip hop che si alternano in tracce mai ripetitive, con soluzioni musicali fortemente personalizzate e che richiamano alla mente maestri quali Johnny Watson, Albert Collins e la texana Barbara Lynn.

Ospite della Rassegna Blues al Femminile, Pat Wilder ha portato sul palcoscenico brani storici e sue composizioni presenti nel suo ultimo album quali “Give some good reason”, “Eugene” e “Take me for a Ride”. Al fianco di Pat Wilder e della sua chitarra, un incredibile Bernard Anderson al sax, e poi Billy Dunn alle tastiere, Tom Bowers al basso e Michael Skinner alla batteria. Un gruppo di notevole valore e dalla massima coesione espressiva sul palcoscenico.

My music fits those men and women who have come a long way with no way to express what’s really going on in their lives. I love perfomrming and playing blues

Pat Wilder – “Lady Down Daddy” album

Blues al femminile 2007

  • Il concerto

    Sin dai primi due brani mi è venuta in mente, per associazione di idee, Tina Turner. Non l’ho mai vista in concerto ma solo in televisione, le movenze e la grinta di Pat Wilder sono stati però gli elementi scatenanti. Vedere questa voce del soul poteva forse dare idea del portata di uno concerto della cantante assai più nota.

    Pat è particolare.

    Si presenta con mille bionde trecce che ricadono morbidamente sul volto scuro e sulle spalle rosse, rosse della seta di cui è vestita sobriamente (in netto contrasto con la vivacità del colore). Le scarpe.. quelle sono state viste volare via quasi subito per mano decisa della cantante, in puro senso di riconquista della libertà! Curve molto formose si celavano sotto la stoffa della lunga giacca che metteva in risalto le movenze e le belle gambe.

    Pat Wilder è una donna carnale, grintosa, esuberante e vitale che non accetta il limite fisico del palcoscenico: si getta sul pubblico, corre lungo i corridoi e balla con alcune persone, soprattutto quando arriva il momento di “Rock me Baby” (brano di Jasse Hill), durante il quale la parte più sexy di lei emerge con gusto.

    Pat Wilder canta storie di donne, di amori e di passioni. Staziona sulle sue gambe con grinta e comunica passionalità come fosse una giovane Idol americana. Irrefrenabile, è accompagnata da quattro elementi. Mentre lei suona la chitarra elettrica, la sua voce duetta con un sax tenore, e, dietro di loro, il bebop classico del jazz, di quelli che sembrano creare un corpo unico, uno sfondo fatto di energia pura dietro al quale prendono vita le note del brano.

    Pat canta e suona. La sua voce abbraccia una scala di note molto ampia, da quelle più basse e sensuali come in “Change” (da lei composta) a quelle più alte e rabbiose ‘esternate’ in “Fool no more” e in “I’m proud”.

    La sua è un’intensa voglia di prendere la vita nelle proprie mani e di viverla senza perdere i sapori, dolci e aspri, che sa offrire.

    Il pubblico è entusiasta sin dall’inizio del concerto e la vitalità della cantante raggiunge tutte le persone, che cantano, battono le mani a tempo, ballano sedute o in piedi. Di qualisiasi età. Il miracolo della musica.

    Per saperne di più:

    www.patwilderlive.com

    di Cinzia Modena