Roberto Bovero per Traspi.net

Luglio 22, 2002 in Sport da Redazione

31356(6)In un’intervista esclusiva il Direttore Sportivo della DeTommasi Technites Chieri, Roberto Bovero ha parlato del passato, del presente e del futuro della società alle porte di Torino.

Anzitutto congratulazioni per la promozione. Quali sono l’emozioni che ha provato quella magnifica sera a Lodi?

Le emozioni che ho provato sono state enormi. Abbiamo lavorato per 2 anni intensamente per raggiungere questo obiettivo: il primo è stato un anno molto travagliato con molti infortuni, che hanno compromesso un po’ la stagione e i sogni, il secondo, quello trascorso è stato invece indimenticabile.

Siamo partiti consapevoli di avere una squadra che poteva arrivare a certi livelli e ad ambire a qualcosa di più dei playoff, ma addirittura a salire in A2.

Nel 1998 abbiamo cominciato così per scherzo e adesso a distanza di 4 anni c’è molta soddisfazione per aver conquistato qualcosa di importante senza alzare i “toni”.

Nel suo lavoro è più difficile dare motivazioni giuste ad un’atleta per l’inserimento in squadra o trovare un accordo sui contratti?

Non ho problemi in nessuna delle due condizioni. Per quanto concerne i contratti siamo sempre stati puntuali e precisi nel trovare un accordo, di conseguenza con le ragazze abbiamo un rapporto fantastico che ci permette di lavorare bene insieme. Le motivazioni, le trovano da sole.

Fra le ragazze che sono andate via per chi le dispiace di più?

Premesso che tengo a tutte mi dispiace particolarmente per Luisa Calò. Una ragazza eccezionale e molto umile.

Nella recente conferenza stampa tenutasi a Chieri lei aveva dichiarato il piacere di voler formare una specie di Piacenza del calcio. E’ ancora della stessa idea?

Io sono convinto di questa idea, anzi mi piacerebbe, ma so che non si può fare, una squadra tutta piemontese senza tralasciare la ligure, Barbara Siciliano.

La nostra regione ha sfornato negli ultimi anni i pezzi più pregiati della pallavolo italiana, ma purtroppo altre squadre d’Italia se le sono portate via.

Oltre alle nostre ragazze ci sono grandi campionesse come: la Beccaria (Savigliano), la Busso (Cuneo), la Vincenzi (Novara), la Lo Bianco (Romagnano Sesia).

Bisognerà acquistare una straniera allora….

Per restare in una grande campionato come quello cadetto credo sia necessario acquistare una straniera, ma ripeto sarebbe stato più bello formare una squadra tutta piemontese.

Ormai da tanti anni la vera arma per le vittorie della De Tommasi è la “bombonera”, il caloroso tifo dei supportes. Che rapporto ha con loro?

Sono dei ragazzi fantastici. Si sono avvicinati a noi in punta dei piedi, senza fare mai nulla di sbagliato, con loro siamo sempre stati attenti a creare una buona nomea di tifo corretto. Non sono mai venuti a chiedere nulla: le cose che hanno fatto (striscioni magliette ecc…) le hanno fatte con i loro guadagni; noi li abbiamo solamente aiutati a procurargli tutto il necessario per le trasferte.

Ecco. Come farete per le trasferte tipo Bari?

Non sappiamo cosa possiamo proporre ai nostri tifosi, non vogliamo fare promesse inutili, che poi magari non riusciamo a mantenere.

Secondo lei con il movimento e l’interesse che gira intorno a Chieri dopo la splendida cerimonia di due settimane fa; crede che ci sarà una presentazione quando la squadra sarà formata?

Sicuramente, ma non ad agosto. La presentazione ufficiale si svolgerà nuovamente con una festa dopo metà settembre.

Qual è l’obbiettivo per quest’anno della De Tommasi Chieri?

Principalmente di disputare un campionato tranquillo convinti dei propri mezzi senza montarci la testa. Ogni punto guadagnato sarà uno stimolo in più. Dobbiamo diventare il Chievo del calcio, cioè le squadre avversarie non devono venire da noi con la convinzione di aver acquisito i tre punti già in partenza.

Da quest’anno la squadra sarà seguita non solo dalle reti private, ma anche da quelle di stato per lei che è da tanti anni a Chieri non può che essere un motivo d’orgoglio?

Sono contento e dico con franchezza di sfruttare questa possibilità per migliorare l’immagine della squadra e dei tifosi. L’Asystel Novara ha ampliato la sua potenzialità economica grazie alla presenza di pubblico, che ha supportato la squadra, che fino a 2 anni fa si chiamava Trecate.

Data la sua imperscrutabilità sulle mosse di mercato dentro di sè si sente come il Luciano Moggi della pallavolo?

Assolutamente no. Lui parla molto più di me.

di Alessandro Giudice