Per grazia ricevuta

Giugno 11, 2002 in Musica da Gino Steiner Strippoli

31125(1)Due anni or sono, dopo un concerto, avevo lasciato Giovanni “Lindo” Ferretti dopo un intervista con un risposta precisa alla mia domanda: è già iniziato il dopo CSI, siamo già nel futuro?

Si e no, nel senso che è più evidente e che il passato non c’è più, c’è poi anche questo ossessivo ripetere – chi c’è c’è chi non c’è non c’è – che è una delle canzoni che io amo di più. Oggi siamo l’imprescindibile presente che ci prepara al futuro. Penso che oggi i CSI rispetto al futuro debbano fare uno sforzo per aprire una dimensione musicale ulteriore, com’è stato fatto dai CCCP ai CSI”.

Parole sante quelle di Lindo visto che meno di 24 mesi sono bastati per realizzare il nuovo progetto, la terza passione di 5 “ragazzi”, assoluti artisti degli ultimi 30 anni del rock italiano. Gianni Maroccolo, Giorgio Canali, Francesco Magnelli, Giovanni Lindo Ferretti, Ginevra Di Marco: i P.G.R. o meglio Per Grazia Ricevuta.

Un nome che rievoca nella mente di Ferretti momenti difficili : “ Si in effetti io sono una specie di miracolato visto che per ben tre volte sono stato in fin di vita in ospedale e ne sono poi sempre uscito. In qualche modo ci sono nella nostra vita certe casualità e certe grazie che vanno oltre la propria personalità tenendoci insieme a fare musica. Ecco perché noi siamo i PGR!, poi a dir il vero “Per Grazia Ricevuta” è stato anche il titolo di un concerto dei CSI fatto in memoria di Don Dossetti, il 29 giugno 2001, penso che lì nacquero i PGR”.

Un album, P.G.R. (Mercury-Universal), tutt’altro che facile, come nello stile della band, altamente artistico che ha come collante principale tra le nuove sonorità elettroniche e le voci dei “nostri” un signor produttore chiamato Hector Zaou che ha tracciato insieme a Gianni, Lindo e C. ben nove canzoni d’autore trovando i giusti punti di equilibrio creando le giuste atmosfere tali da valorizzare e far emergere al massimo le vocalità esistenti.

Un nuovo capitolo che è evidente nel suo cambiamento quando si ascolta “Montesole” dove il duetto crescente di Di Marco e Ferretti si pone in una vera riflessione poetica sulla nostra vita: “Voglio cantare l’uso della forza che nasce dalla comprensione la forza che contiene la distruzione, una forza cosciente e serena che sa sostenere la pena capace di pietà tenera di compassione…canto la morte che muore per la vita di necessità che rifugge il martirio… canto la vita che piange sa attraversare il dolore, canto la vita che ride felice di un giorno di nebbia, di sole se cade la neve, canto la sorpresa nei gesti dell’amore, canto chi mi ha preceduto, chi nascerà, chi è qui con me, sono in questo spazio essenziale, un valore aggiunto… canto la guerra e so, non sono in buona compagnia, canto la pace che non è un mestiere, canto la pace che non è un mestiere, né un ideologia, canto la libertà, difficile, mai data, che va sempre difesa, sempre riconquistata, l’amore non lo canto, è un canto di per se, più lo si invoca meno c’è né”.

Sono parole , canti d’amore, amore che si può guardare negli occhi di Ferretti quando gli si parla, parole che escono dalla sua mente, dalla sua anima! I racconti di Lindo passano attraverso i suoi viaggi come il suo recente passaggio in Sud Africa dove ha partecipato tutto solo all’Awesone Africa Festival e che lo ha ispirato nella scrittura di “Tramonto di Africa” : “Sotto questo cielo azzurro arcobaleno, nero, sopra questa terra d’ogni colore, canta la mia bocca canta il mio cuore la meraviglia dell’Africa intera le sue mille culture, canta un incontenibile dolore…” un autentico dub contaminato da sonorità africane. Lindo e Ginevra si alternano in un susseguirsi di canti e cori che rievocano drammi di vite della popolazione nera. E’ forse il momento più toccante dal punto vista sonoro dell’album.

Ma il seguito non può non essere da meno “Sorgente d’Asia”, una terra molto amata da Ferretti,è un “adagio” contro l’illusione della guerra come forza liberatoria : “… riposano i guerrieri fianco ai cavalli con i carri riposano nell’eternità, avevamo creduto fosse gloria vittoria quell’impasto di sangue, quegli sparsi brandelli di carne che non sapeva e non sa, avevamo creduto gloria vittoria la storia senza senso e sublime obbligata di necessità, sciocca sporca solenne forzata da una volontà avevamo creduto non crediamo più ma siamo nati rinati….roteando danzo, roteando danzo, roteando danzo, silenzio nelle cose segrete clamore nelle adunate sono il firmamento, la terra roteante sono non sono niente”. Incroci di suoni, atmosfere underground, chitarre psichedeliche, nella drammatica “Blando Comando Telecomandato”: “ …l’ottusità del cuore intorpidisce la mente svilisce il passato e futuro dispera il presente più che diritti e a obblighi la verità del cuore doveri ideologi doveri d’onore…”, una canzone in cui la voce di Ginevra la rende ancora più intensa. Tanta tristezza chiude questo album di qualità sonora eccelsa quanto la poesia racchiusa nei suoi testi. “11 Settembre 2001”: “ …piano che vi fate del male la vita e cosi bella e dura cosi poco il bene che diventa male il male che non può che peggiorare, non mi faccio amare, io sono un poliziotto, non mi faccio amare, l’uomo in piedi sereno tiene nella mano una mano, lui il mio amico non può camminare non siamo tutti fatti per scendere e salire le scale, restiamo qui ultima splendida giornata le finestre in frantumi pensieri che non si fanno pensare, bruciare l’11 settembre…”.

di Gino Steiner Strippoli