Oaxaca: tierra de arte

Luglio 30, 2003 in Arte da Sonia Gallesio

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Torino. Eccoci giunti al nuovo appuntamento estivo di Palazzo Bricherasio. Dopo quella aborigena rappresentata nel 2001, quest’anno è di scena l’arte contemporanea oaxaquena.

Definito dagli storici la culla dell’arte messicana, lo Stato di Oaxaca (tradotto, il termine oaxaca significa ‘vicino al luogo delle acacie’) prende il nome dall’omonima città, ubicata a 500 km da Città del Messico. Situato nella parte sud-ovest del paese, questo territorio rappresenta senz’altro l’area geograficamente più variegata del Messico: è contraddistinto da significativi rilievi, grandi fiumi ed ampie fasce costiere, lembi di terra arida e fertili valli, boschi di conifere e foreste tropicali.

Oltre che per la singolare eterogeneità del paesaggio, lo Stato di Oaxaca è noto per la molteplicità di culture (si pensi che ancora oggi vi si parlano ben 15 lingue autoctone!) e dunque di tradizioni, consuetudini e costumi popolari.

Sebbene il suo nucleo principale sia costituito da lavori realizzati maggiormente negli ultimi anni, dal 2000 in poi, la mostra presenta al pubblico torinese svariate generazioni di artisti. E soprattutto – non occupandosi soltanto di pittura, ma anche di disegno ed incisione – testimonia la pluralità di realtà che ad Oaxaca convivono ed interagiscono in perfetto equilibrio.

35321L’allestimento è introdotto dai capolavori di Rufino Tamayo e prosegue con le opere di altre celebri personalità quali Rodolfo Morales, Maximino Javier, Francisco Toledo, Rubén Leyva e Filemon Santiago.

Nonostante la varietà di temi e linguaggi espressivi, l’arte oaxaquena presenta numerosi aspetti peculiari, perlopiù relativi all’attenzione che gli autori rivolgono alla sfera individuale, ma anche allo stretto legame esistente tra le loro creazioni e la quotidianità, il folclore e le tradizioni.

Tra i pezzi raccolti, da ricordare le icone di piccolo formato di Alejandro Santiago Ramirez, le composizioni astratte di Josè Villalobos, le tele di Luis Gonzales Zarate rimandanti al suggestivo mondo dei Calacas (figure intagliate nel legno impiegate per le celebrazioni dei defunti).

Le ‘scenografie’ di Sergio Hernàndez sono popolate da creature strane, uccelli e insetti che paiono in brulicante attesa, proprio come scrive il curatore Carlos Aranda Màrquez: “Fantasmi, figure infantili, animali, musicisti, tutti sperano che il direttore di scena dia loro una parte per iniziare ad agire”.

Intense, visionarie, avvolgenti, le opere di Guillermo Olguin Mitchell valgono la visita all’intera mostra. Spiega nuovamente Aranda Màrquez: “Le relazioni rituali tra le sue vergini e diversi tipi di animali hanno un precedente nella pittura nera di Goya e nel cinema delle ombre cinesi”.

Oaxaca – Tierra de arte

Dal 27 giugno al 24 agosto 2003

Torino, Palazzo Bricherasio, via Lagrange 20

Orari: da martedì a domenica 16.00/23.00; lunedì chiuso

Ingresso: intero € 6,50; gruppi e convenzioni € 5,50; ridotto € 4,50

Infoline: 011 57.11.888

Catalogo: Electa, Milano

di Sonia Gallesio