My fair lady

Marzo 3, 2001 in Spettacoli da Redazione

16919(1)My Fair lady, splendido musical che tutti dovrebbero vedere, almeno una volta nella vita! Giustissimo, ma la versione allestita al teatro Alfieri, fino all’11 marzo, forse non è delle più riuscite.

La povera fioraia Eliza Doolittle, interpretata da Olivia Cinquemani, parla con malriuscito accento siciliano e proprio non riesce ad evocare la tenerezza e la genuinità di una ragazza del popolo. Forse la prova risulta così ardua perché lo spettatore si reca a teatro per assistere ad un classico, i cui riferimenti immediati riportano alla mente Julie Adrews e Audry Hepburn.

Le doti che si richiedono ad un’attrice in un musical spaziano dalle capacità canore a quelle recitative e la Cinquemani, cantante di formazione pop e rock, alla sua prima esperienza come attrice, assolve a mio parere ad uno solo dei due compiti richiesti.

Anche Luca Biagini, nel ruolo del rigido professore che accetta per scommessa di dedicarsi all’istruzione di una piccola fioraia per farla diventare una lady, non riesce a trasmettere allo spettatore l’emozione del cambiamento. Non si percepisce appieno la trepidazione della trasformazione che per lui ha significato quest’esperienza, che da professore trombone, appassionato solo di fonetica, l’ha portato a cadere innamorato di un’umile fanciulla.

Solo Gian, nel ruolo di Alfred Doolittle, riesce a rappresentare una vena di autentica comicità.

Molto belli invece la sceneggiatura e gli arredi di scena, curati nei minimi particolari e cambiati sapientemente, senza che lo spettatore ne avverta gli spostamenti.

Anche le musiche, eseguite dall’orchestra sinfonica dell’E.A.R. Teatro Messina, diretta da Riccardo Biseo, sono all’altezza della prova richiesta.

In questa rappresentazione di My Fair Lady, la cultura europea e americana riescono a fondersi in una magia di suoni e di emozioni molto toccanti in poco altro se non nella musica. In questa commedia, infatti, c’è la vecchia Inghilterra della “Ascot gavotte”, il fuoco mediterraneo di “The rain in Spain” e di “Show me”, la musica tipicamente mitteleuropea del valzer dell’Ambasciata e la bellezza dello swing di “I’m an ordinary man”.

Per concludere si può affermare che il regista Massimo Piparo ed il suo cast di interpreti hanno accettato la sfida di realizzare in Italia i grandi musical anglo americani puntando soprattutto all’eccellenza nell’ambito dell’interpretazione musicale e vocale e dell’allestimento scenico, piuttosto che in quello recitativo.

My Fair Lady

Luogo: Teatro Alfieri – p.zza Solferino, 4 – Torino

Periodo: dal 27 febbraio all’11 marzo 2001

Orario: feriali ore 20.45 – festivi ore 15.30

Ingresso: platea da L. 55.000 a 60.000; galleria da L. 42.000 a 48.000

Abbonamenti: lo spettacolo è compreso nell’abbonamento “Fiore all’occhiello” 2000-01

Giovedì 8 marzo, in occasione della Festa della Donna, tutte le donne hanno diritto al biglietto ridotto

Replica speciale: sabato 10 marzo – ore 15.30 per “I pomeriggi a Teatro”, posto unico a L. 24.000

Informazioni: tel. 011.562.38.00

di Valeria Ricotta