MoViola: arbitri a confronto

Giugno 5, 2003 in 006 da Redazione

Gli agenti 006, in occasione della Fiera del Libro’ hanno organizzato una tavola rotonda, dal titolo “MoViola”, con la partecipazione dell’arbitro internazionale di serie A Alfredo Trentalange e dell’Istruttore arbitro Massimo Trentalange per parlare dei valori dello sport da un punto di vista diverso da quello degli atleti e del pubblico.

Si è avuta così l’opportunità di “rivedere alla Moviola” la figura dell’arbitro al di là di ciò che può apparire durante i 90 minuti di una partita: dall’impegnativa preparazione atletica ai numerosi incontri settimanali per confrontarsi con i colleghi e migliorare le competenze professionali, dai valori alle motivazioni.

Bisogna dire che non si è arbitri solo per professione ma per passione. Infatti i due ospiti hanno raccontato le difficoltà e sacrifici incontrati nel corso della loro carriera, soprattutto per conciliarla con l’attività lavorativa e la famiglia: ciò che li ha sempre sostenuti in questa loro “vocazione arbitrale” è stata la volontà di essere portatori di quei valori di giustizia e di correttezza che tutti i giovani dovrebbero imparare per contribuire a limitare gli episodi di intolleranza dentro e fuori gli stadi.

Massimo ha spiegato che vi è una notevole diminuzione nel numero di giovani che desiderano intraprendere questa carriera, un po’ forse per scarsità di informazione ma sicuramente anche a causa dei riprovevoli atti di inciviltà nei confronti degli arbitri. Nonostante ciò è interessante dire che sono in aumento le donne-fischietto, anche se per loro vi sono maggiori difficoltà rispetto agli uomini nella preparazione atletica: da segnalare comunque il recente debutto nei campionati interregionali di 4 donne arbitro.

Non si è parlato solo di sport, ma anche di volontariato: il signor Alfredo Trentalange infatti ha raccontato la propria esperienza come coordinatore del corso per arbitri che ha coinvolto i detenuti e gli agenti di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale delle Vallette. Egli fa parte anche dell’associazione Agape, che si occupa di giovani con problemi relazionali che, attraverso il calcio e l’attività arbitrale, trovano un modo per comunicare.

Speriamo dal prossimo anno di assistere, anche in tv, a questo tipo di Moviola : ci eviteremmo i nauseanti fermo immagine e rewind proposti da giornalisti, che hanno perso i valori e le emozioni dello sport e li subordinano ai dati audience.

di agente Francesca Atik