Mombasiglio: riapre il castello

Agosto 3, 2002 in Enogastronomia da Claris

31653La premessa risale al 7 dicembre 2001, quando venne costituita la società “Fondazione Castello di Mombasiglio”, senza fini di lucro e con scopo sociale la gestione culturale, turistica, storica, scientifica ed ambientale ed anche organizzativa dell’intero Castello di Mombasiglio.

I soci? La Comunità Montana Alta Val Tanaro, la Comunità Montana Valli Mongia Cevetta e Langa Cebana, la Comunità Montana Valli Monregalesi, il Il G.A.L. Mongioie, l’Unione Agricoltori della Provincia di Cuneo, la Confartigianato di Cuneo, la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Cuneo, la Federazione Provinciale Coltivatori Diretti e la Confcommercio della Provincia di Cuneo.

Gli obiettivi? La conservazione ed il restauro del Castello, nonché di altre significative testimonianze ad esso relative; l’organizzazione di mostre tematiche, di convegni, seminari, nonché di ogni altra attività storico, culturale, turistica, volta a valorizzare e diffondere la conoscenza del patrimonio storico e turistico del territorio, in primo luogo delle Comunità Montane dell’intera Provincia; la valorizzazione del territorio anche mediante lo sviluppo dei servizi legati al turismo culturale, congressuale e di scoperta dell’ambiente e la promozione di progetti di inventario, restauro e fruizione di edifici storici e di siti rurali di interesse turistico, nonché l’istituzione di strutture mussali.

L’immobile è stato acquistato dalla Fondazione in data 29 Dicembre 2001 e i primi uffici sono stati trasferiti a fine febbraio.

I primi, notevoli, risultati sono stati conseguiti quest’estate, nel soleggiato luglio 2002, quando, del Castello di Mombasiglio, sono state inaugurate le sale restaurate, alla presenza del presidente della Regione Piemonte Ghigo e di numerose autorità.

La cerimonia è stata molto suggestiva, essendosi svolta nel parco, da dove si può ammirare uno splendido panorama a 360° gradi sulle vallate circostanti : a sud/est sulla valle Mongia sin su sulle montagne del Mindino e a nord/ovest sulle Langhe e sulla pianura con una vista a dir poco unica che sfuma all’orizzonte con la catena delle Alpi Marittime sino al Monviso.

Tanti sono stati gli interventi e i commenti politici, ma ha comunque prevalso la soddisfazione per un obiettivo raggiunto secondo le tempistiche preventivate e ricco di tutte le qualità eccelse che il luogo merita.

Come ha spiegato Ballauri, “Colta al volo l’occasione per acquistare questo maniero, ora si vuole farlo diventare ciò che è il castello di Grinzane Cavour per l’albesità. Con la coscienza che non siamo alla Mandria o a Racconigi, ma è comunque un posto altamente significativo per il territorio, così si vuole diventi una vetrina per il territorio e per le attività di qualità, dall’artigianato al terziario, oltre ad essere esempio di un’offerta turistica legata a attività culturali e storiche (ricordiamo che qua sono state vissute le battaglie determinanti di Napoleone nel 1796).

Tutti i relatori hanno evidenziato nei loro discorsi la soddisfazione sia perché la Regione ha appoggiato l’iniziativa alo stesso modo con cui contribuisce ai progetti di altre zone, sia soprattutto che i risultati da oggi evidenti sono frutto di in lavoro in team: “non conta chi fa gol, ma vincere il campionato”.

Ed il presidente Ghigo, dopo la presa del microfono a mo’ di cellulare all’orecchio, ha confermato: “Questa giornata è la prova dell’attenzione che la nostra regione dedica alla montagna; ricordiamo che siamo una delle poche regioni con un assessorato specifico ad essa dedicato. Vorrei anche ricordare che nella passata legislazione abbiamo approvato una legge sulla collina, perché crediamo fortemente che occorra non solo salvaguardare, ma sopratutto valorizzare la cultura, il turismo e l’enogastronomia dei nostri territori.”

L’assessore Quaglia ha ribadito infine “Noi abbiamo una fortuna, che la nostra provincia è granda, ma non si è mai divisa… il fatto che sia rimasta unita e sia diventato un modello di emulazione tra le varie aree e culture e territori è e resterà un punto di forza”.

Cenni storici

Il Castello di Mombasiglio fu, sin dal 1000, feudo dei signori di Carassone ed un documento del 18 agosto 1090 ricorda una donazione fatta da “Bonifacius cum Ottone di Mombasiglio vassallo suo” all’abbazia di Fruttuaria. Un ramo dei signori di Carassone prenderà il titolo “di Mombasiglio” ed i fratelli Bonifacio, Oddone, Oberto ed Enrico cederanno il loro feudo al Vescovo di Asti riottenendone l’investitura (24 ottobre 1134).

Il 20 settembre 1222 quel Vescovo cambierà questo feudo con quello di Boves, cedendolo ai fratelli Guglielmo, Emanuele, Leone, Bonifacio e Giorgio di Ceva.

Nel 1343 il castello di Mombasiglio era ceduto ad Amedeo VI di Savoia, ma pochi anni dopo, nel 1351, era tenuto in nome dei Visconti di Milano.

Nel 1386 veniva incluso nei feudi dotali di Valentina Visconti, figlia di Gian Galeazzo, sposa di Luigi d’Orleans ed entrava così a far parte degli stati dell’Orleanese.

Intanto il marchesato di Ceva aveva perso la sua antica potenza e nel 1495 Ludovico d’Orleans strappava gli ultimi diritti a Carlo di Ceva e consegnava il castello ed il feudo di Mombasiglio ad Ettore Aynard de Montaynard, che il 3 maggio 1504 lo vendeva al Giovanni della Rovere.

Da questi passava a Sebastiano Sauli e nel 1531 era proprietà del Marchese Giovanni del Carretto.

Ceduto nel 1602 a Sandri – Trotti di Fossano, questi vi apportava opportuni restauri, dandovi quell’aspetto che parzialmente conserva ancora oggi.

Nel 1796 bivaccarono al castello le armate napoleoniche, comandate dal generale Seurener.

Nel periodo di occupazione delle truppe imperiali francesi il castello subiva danni e restava a lungo disabitato.

Alla fine dell’ottocento fu acquistato dalla famiglia Belladen Boffaglia, la quale si estinse senza eredi diretti.

La proprietà passò quindi alla contessa Jolanda Berretti, che a sua volta decedeva il 28 settembre 1967, lasciando il castello al fratello Vittorio ed al nipote Saverio.

Il 30 aprile 1987 viene acquistato da un privato che provvede ad un primo intervento di recupero dell’immobile, che porta al recupero del piano terreno ed una parte del primo piano.

L’otto gennaio 1996 l’immobile è stato acquistato della Società “ Castello delle due Frabose” s.r.l. con sede legale in Mombasiglio in Piazza Vittorio Veneto n. 1, che ha provveduto al completamento degli impianti, alla realizzazione delle suite e delle sale da bagno ed a opere di risanamento, portandolo al grado di conservazione e di restauro attuale.

I lavori di restauro sono stati ultimati nel 1999 dotando l’intera struttura di un’adeguata impiantistica che permette e permetterà una riutilizzazione del castello senza ingenti oneri aggiuntivi, dotato infatti di idonei impianti elettrici, di riscaldamento ecc., rispondenti alle normative di legge e di sicurezza vigenti.

Il ventinove dicembre 2002 l’immobile è stato acquistato dalla “Fondazione Castello di Mombasiglio” S.c. a r.l. che è l’attuale proprietaria , come già anticipato in premessa.

31652(1)Curiosità

Il castello si trova nel borgo storico del comune di Mombasiglio, sulla cima del colle che ospita il paese, in una zona panoramica e ben esposta. Del castello rimane un’immagine nella serie litografica di Enrico Gonin (1799-1859) dei “Castelli Feudali della Monarchia Savoia”, dove viene rappresentato il castello di Mombasiglio con la sua torre di avvistamento.

La struttura immobiliare dista circa sette chilometri dal centro di San Michele Mondovì e altrettanto da Ceva, vicinissima all’autostrada A6 Torino – Savona, con facile ed agevole accesso ed in posizione baricentrica all’area del G.A.L..

L’immobile risulta essere composto da due fabbricati, rispettivamente il
castello e un piccola costruzione utilizzata attualmente come magazzino/ricovero attrezzi e un’ area pertinenziale, ben definita, in quanto circondata da mura che delimitano anche il confine di proprietà.

L’edificio principale “il castello” si sviluppa su quattro piani, con al piano terreno, quattro vani più alcuni locali utilizzati a servizio di ristorazione.

Il piano primo è utilizzato in parte ad uso uffici(Sportello Unico per le Attività Produttive del G.A.L. Mongioie) ed in parte per il realizzando museo Napoleonico. Il secondo piano è composto da quattro vani, due utilizzati ad uffici e due per la foresteria, dove i soffitti sono tutti realizzati in legno con travoni e cassettoni di notevole pregio.

Il futuro

L’immobile avrà un molteplice utilizzo e parte delle iniziative sono già in fase di implementazione o addirittura avviate; gli utilizzi sono i seguenti:

  • il mantenimento di un comparto destinato alla ristorazione che dovrà rappresentare un punto di riferimento delle migliori tradizioni culinarie del territorio;

  • l’istituzione di un “Corner”, come vetrina delle produzioni enogastronomiche ed artigianali dell’area del G.A.L. Mongioie;

  • ’istituzione di un’enoteca che dovrà rientrare nei circuiti di promozione legata alle produzioni enologiche;

  • la possibilità di offrire la sede, servizi di segreteria e di attività ai diversi Enti e Consorzi di tutela e di promozione dei prodotti tipici agroalimentari ed artigianali del territorio;

  • l’utilizzo come sede adatta ad ospitare convegni, conferenze, mostre e come contenitore in grado di offrire tutti gli spazi per una attività di grande contenuto storico, culturale ed artistico, finalizzata alla promozione ed alla valorizzazione del territorio;

  • l’utilizzo del Castello e del parco per manifestazioni, a carattere culturale e turistico, di interesse per le Comunità Montane,

  • l’istituzione di una struttura museale su un tema catalizzante tutto il territorio quale è stata la 1° campagna d’Italia del Generale Bonaparte. Si tratta di una istituzione museale a forte richiamo turistico, unica nella Provincia, che ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento di primo piano, a livello non solo nazionale, ed entrare nel circuito europeo dei musei napoleonici.

    Il duplice risultato del progetto, gia in fase di attuazione, appare quindi evidente: da un lato il recupero ad una funzione territoriale di un castello di indubbio valore storico ed architettonico, dall’altra la costituzione, in posizione baricentrica all’area cebana – monregalese, di un centro basato sul servizio agli Enti territoriali ed alle attività imprenditoriali, alla promozione turistica ed allo sviluppo economico di una terra certamente non tra le più ricche. L’ambizione e la convinzione sono di creare un centro che dovrà riflettere l’immagine del territorio ed essere in grado di favorire lo sviluppo di iniziative di qualità.

    di Claris