Michelangelo Pistoletto

Febbraio 17, 2001 in il Traspiratore da Redazione

Idee e progetti

Biella, città natale nella quale si ritorna: così è per Michelangelo Pistoletto, scultore tra i più innovativi dell’arte contemporanea, nato per caso a Biella, in quanto il padre, anch’egli pittore, originario di Susa, ricevette la commissione d’alcuni affreschi sulla storia della lana nel Medio Evo da parte del lanificio Zegna.

Dopo una vita intensa a Torino, nella casa-atelier in via Milano, Michelangelo è ritornato a Biella per dare concretezza al progetto di una “Città dell’arte” e di un’Università delle Idee.

Come è nata in lei l’idea di dar vita, nell’arte, a creazioni sicuramente innovative, poi classificate nella cosiddetta “arte povera”?

Ho cominciato ad affacciarmi al mondo dell’arte a quattordici anni, accanto a mio papà Ettore Olivero, che era pittore figurativo e restauratore.

Il mio lavoro è stato subito orientato all’autoritratto, che costituisce la ricerca di un’identificazione tra l’individuo ed il mondo circostante.

Nel 1961 ho utilizzato superfici nere riflettenti; quindi sono passato all’utilizzo di materiali più specchianti, quali l’acciaio lucidato a specchio e l’immagine fotografica.

Si è trattato del primo approdo ad una dimensione nuova del tempo nello spazio e dello spettatore nel quadro: lo spettatore e la vita che si svolgono di fronte all’opera vengono inglobati nello spazio virtuale dell’opera stessa.

La mia ricerca si è poi aperta verso altri orizzonti, in quanto l’autoritratto è diventato non soltanto l’autoritratto dell’artista, ma del mondo. Si è trattato, per me, dell’approdo alla concezione che il tempo cambia, che ogni momento è differente e che, per questo, il lavoro deve essere basato sulla differenza.

A partire da queste opere ho indagato il rapporto tra l’arte e la vita creando un gruppo di lavoro, dove sono confluiti artisti di diversa provenienza, dal teatro alla musica, dalla danza alla letteratura, fino al cinema.

Si considera un artista religioso?

Sono un artista, ma non sono assolutamente religioso. Considero, tuttavia, la religione uno dei punti storici fondamentali, strettamente connesso all’arte. Attraverso l’indagine sul mondo religioso, ho preso in considerazione il rapporto tra l’assoluto ed il relativo, tra l’individuo e la società.

Quando è approdato a definire il progetto arte?

Ho iniziato a definire tale progetto a partire dagli anni Novanta, quando ho considerato l’arte come una chiave di volta che introduce ad altre attività, anche sociali. Così è nata, due anni fa, a Biella, la “Città dell’arte”, un luogo d’attività e di laboratorio aperto agli esperti delle varie branche che non hanno ancora terminato la loro ricerca ed ai giovani sensibili verso nuove scoperte.

Nell’antica manifattura, sede di “Città dell’arte”, nell’ottobre scorso ho avviato l’apertura di un’”Università delle Idee”, un centro di ricerca, di produzione e di promozione delle idee creative volte a favorire l’interazione tra l’arte e le discipline umanistiche, scientifiche e sociali.

Unidee si basa su una dichiarazione che ho fatto nel manifesto “Progetto Arte”, in cui affermavo che “l’arte è l’espressione più sensibile ed integrale del pensiero ed è ora che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale”.

Lei ha scelto un’immagine per definire la “Città dell’arte”, l’uovo. Quale il motivo?Parliamo della sua partecipazione alla rassegna al castello di Rivoli, a “Quotidiana”.[in foto: “Uomo seduto”, 1962]

 

Lo scultore Michelangelo Pistoletto, uomo molto fortunato che ha trovato in sua moglie, romana, proveniente dall’Accademia delle Belle Arti di Biella, un’attenta consigliera ed un’ottima compagna, ha già ricevuto molte adesioni per l’Università delle Idee, adesioni che saranno vagliate da un composito comitato scientifico.

Città dell’arte – Fondazione Pistoletto

via Serralunga, 27 – 13900 Biella – Italia

Il Traspiratore – Numero 23

di Mara Martellotta