Luisa Conte a Laigueglia

Febbraio 15, 2001 in Arte da Redazione

Dolcezza e fierezza: questo il suo mondo

Affetti, viaggi in luoghi lontani o appartenenti alla quotidianità, fantasia, ricordi. Tutti elementi questi che a volte si cerca di fermare appuntandoli nelle pagine di un diario o trattenendoli su una tela da pittore. La differenza è quella “… per cui la pittura non la si possa tenere nascosta in un cassetto, come si fa per le poesie”, come sostiene l’artista Luisa Conte. Andiamo allora a descriverli.

Osservando i lavori di questa pittrice rivolese, la prima cosa che colpisce è la delicatezza dei colori caldi degli scorci paesaggistici. Angoli di mondo unici e caratteristici ritratti dal vero e resi con un tocco di poesia.

Una natura che si manifesta calma oppure impetuosa come un’onda che si rifrange sugli scogli; che registra l’assenza di presenze umane, ma con testimonianze di esse, quali barche di pescatori arenate sulla spiaggia oppure case abbarbicate sulla collina.

Una sensibilità, quella della Conte, che a sua volta si ritrova nella rappresentazione di esseri viventi quotidianamente accanto all’uomo. Ispira tenerezza e simpatia un micio accovacciato su una poltrona, un altro con la testa reclinata da un lato oppure un terzo con la bocca aperta per un grosso sbadiglio.

Desta meraviglia invece lo sguardo fiero di una tigre, della quale Luisa Conte stempera la naturale aggressività raffigurandola in un ambiente equilibrato. Parimenti non finiscono mai di stupire le doti acrobatiche di un uccello nell’atto del volo e, parimenti, il suo aspetto maestoso.

Un altro elemento delle opere della Conte è un certo delineare in modo puntuale i particolari dei soggetti raffigurati, come dimostrano le opere dedicate alle popolazioni africane ed ai nativi d’America. Ella rappresenta infatti questi ultimi in modo preciso e dettagliato, a partire dai loro ornamenti. Occhi che cercano lo sguardo dell’osservatore e sembrano parlare, sono invece i protagonisti di una serie di ritratti. In essi si potrebbe cogliere lo stato d’animo probabilmente sereno di una signora dai capelli grigi (“Margherita”), il sorriso divertito di una bambina (“Luisella e Roberto”) o l’espressione spontaneamente sorpresa di un neonato (“Roberto”).

Tuttavia a questa tranquillità sembra contrapporsi la serie di pitture sulle maschere e i malinconici pierrot, reinterpretati a seconda del carnevale. Soggetti, questi, di due oli su tela, che traggono ispirazione dal carnevale di Venezia e s’intitolano entrambi “Venezia”.

Luisa Conte nasce a Rivoli nel 1957. La sua passione per l’arte non è recente. Scopre il piacere di giocare con i colori fin dall’infanzia, seppur la sua formazione culturale prenderà poi strade diverse. Tuttavia, l’inclinazione alla pittura e al disegno l’hanno portata a frequentare un corso di ceramica, nell’ambito del quale si è perfezionata anche tecnicamente. La sua non è una rappresentazione che tende all’eccesso. presenta al contrario spunti delicatamente romantici, come in “tramonto sul mare” e un senso equilibrato dello spazio, nel caso di “Gabbiani”.

In conclusione “…L’ordito compositivo è il primo attore di questi lavori eseguiti con fare lento e meditativo …”, come scrive il critico Paolo Levi.

di Alessandra Ferrante