Lo Spettacolo dello Sci

Dicembre 5, 2004 in Libri da Stefano Mola

Titolo: Lo Spettacolo dello Sci
Autore: Gianluca Trivero
Casa editrice: Edizioni del Capricorno
Prezzo: € 38
Pagine: 208

Lo spettacolo dello sciForse lo sci è una grande metafora di come vorremmo che fosse la vita. Vorremmo sempre trovare di fronte a noi una discesa. Ma come sa bene chi in montagna ci va anche d’estate, spesso il ritorno da una vetta è altrettanto faticoso dell’andata. Dunque, sporgersi e vederci davanti un pendio non basta. La forza di gravità è un abbraccio in cui abbandonarsi può essere pericoloso. Perché un conto è dominare un dislivello, un altro è venirne rovinosamente travolti. Lo sci tra le altre cose è l’arte di dominare la fisica, di saper dosare quell’accelerazione verso il basso che altrimenti ci riporterebbe nel mondo delle cose. Lo sci è una della tante cose che distinguono l’uomo dalla mela di Newton.

Ma non è solo questo, non è solo vittoria sull’irrimediabile (che già non sarebbe cosa da poco). Lo sci è danza. Evoca la possibilità di scivolare sopra le cose, la capacità di pennellare una traiettoria curva sul mondo appoggiandovisi appena. C’è una componente di dominio, ma condita di classe: senza esibizione di forza bruta. Chi non vorrebbe poter passare tra i paletti delle difficoltà quotidiane come uno sciatore, spruzzando cristalli di neve sul collega odioso, schivando i coriandoli delle bollette, percorrendo a uovo i corridoi dei supermercati e superando le casse con un salto in puro free-style?

Come molte cose umane, anche lo sci così come lo conosciamo oggi è il risultato di un percorso e di un affinamento millenari. Ed è questo percorso, insieme a tutte le sue possibili suggestioni, che ci viene raccontato in questo libro da Gianluca Trivero, laureato in Storia del Teatro, giornalista pubblicista e copywriter, collaboratore di numerosi quotidiani e riviste.

Se infatti apriamo per esempio a pagina 6, vediamo un disegno che sembra il famoso omino lagostina (i meno giovani lo ricorderanno) messo su due lunghissimi sci. Ebbene, questo graffito si trova in una caverna dell’isoletta di Rodoi, nell’arcipelago delle Lofoten, circa 4000 (quattromila) anni fa. Eppure, come Trivero chiosa giustamente, l’ignoto artefice del neolitico disegnò un’immagine, ma incise anche un’emozione la cui intensità non è stata smorzata neppure dai millenni. Nella discesa di quell’ombra sul fondo della caverna norvegese c’è già la platonica immagine, il vaticinio delle sensazioni di tutto lo sci a venire. Il lasciarsi andare e al tempo stesso il gusto del controllo, il piacere della velocità e la forza di esorcizzarla. [pag. 6]

Direi che in questa frase è racchiusa l’intera cifra del volume. Da un lato la ricchezza della conoscenza storica, i dati, gli stili, i materiali, gli uomini, i luoghi dello sci, come già detto ripercorsi dalle origini dell’uomo fino ai nostri giorni. Dall’altro la capacità di cogliere lo spunto che i gesti quotidiani ci offrono ogni secondo per aprirsi a riflessioni più ampie, in grado di raccontarci qualcosa di più sul grande mistero che è essere qui, pensare, vivere, amare, e perché no, sciare.

Un libro che arriva in un momento assai opportuno. La prima neve è caduta, le olimpiadi sono alle porte, natale è vicino… insomma, direi che sotto l’albero questo volume ci farebbe proprio una bella figura, con le sue oltre 100 foto a colori e in bianco e nero.

di Stefano Mola