Lo sfigato

Gennaio 28, 2002 in Racconti da Redazione

25327(1)In quei giorni il caldo si alternava al freddo con molta facilità e ciò costringeva la gente a vestirsi come cipolle, rivestite da più strati “sbucciabili” in modo direttamente proporzionale all’aumentare della temperatura.

Una mattina sono stato costretto da mia madre ad indossare il piumino: aveva nevicato, ma un sole estivo stava sciogliendo il manto bianco. Arrivai a scuola sudatissimo, con il giubbotto e il maglione di lana legati alla vita, i piedi che scivolavano dentro gli scarponi, i miei compagni che ridevano prendendomi in giro.

Ma in quel periodo il tempo cangiava in modo repentino, e non erano ancora le undici che già cupi nuvoloni avevano ricoperto d’ombre i verdi campi attorno all’istituto. A mezzogiorno tutti a casa: una bufera di neve che spingeva contro il portone! M’infilai il maglione e il piumino, aprii la porta e, tra gli insulti dei compagni, tornai a casa in tempo per il pranzo.

di Gianluca Ventura