Le proteine animali tra miti e verità (nascoste?)

Marzo 28, 2001 in Medley da Redazione

Cari navigatori, ho fatto una ricerca su Internet come voi avreste fatto al posto mio se il “capo” vi avesse ordinato questo articolo. Non che sia completamente digiuno… ma la curiosità di vedere l’orto del vicino ha prevalso. “Una volta tanto il vicino non ha un orto più bello del mio”, ho pensato al termine della navigazione (che vi consiglio caldamente per meglio chiarirvi le idee se il mio discorso non dovesse sembrarvi sensato).

Mucca pazza ha profondamente sconvolto la tranquilla routine alimentare di milioni di italiani, compresa quella di tanti di noi, riducendo al minimo il “contatto” con la carne, trasformata da panacea a causa di tutti i mali (dall’encefalopatia spongiforme ai tumori, passando per le allergie).

Se i macellai e gli allevatori se la passano male credo che anche noi non ce la passiamo poi così bene. Perché mi chiederete? Perché l’uomo è nato e si è evoluto, come raccoglitore-cacciatore. Le proteine di origine animale appartengono quindi di diritto alla normale alimentazione umana. So già che questa mia affermazione attirerà l’ira funesta del vasto e variegato partito dei vegetariani e della loro ala “integralista”, i vegani; integralisti perché si cibano esclusivamente di vegetali, escludendo tutti i prodotti di origine animale, compresi latte, formaggi, uova, burro, ecc.

Non intendo criticare chi, partendo da convinzioni religiose, segue una tale dieta. Affermo solo che le proteine animali sono parte integrante di una corretta alimentazione, sotto il profilo della tutela della salute. Del resto la stessa natura ce lo insegna. E la natura sa essere una buona maestra; il caso della mucca pazza lo dimostra: trasformare un erbivoro in un onnivoro o peggio in un carnivoro, quando non anche cannibale, può provocare problemi non di poco conto come tutti i mass media giornalmente ci ricordano.

Certo non bisogna passare da un estremo all’altro: conosco, infatti, persone che dicono di non poter fare a meno di mangiare carne almeno due volte al giorno, pena un’insopprimibile debolezza. Ricordiamoci che la caccia era ed è fatta di qualche successo e di molti insuccessi; ancora oggi che è praticata a livello amatoriale, con strumenti molto più sofisticati e potenti di quelli a disposizione dei nostri antenati, non sempre si torna a casa il sacco pieno… immaginiamoci allora!

La carne con la sua ricchezza in amminoacidi essenziali (che l’organismo umano non può sintetizzare, dovendo perciò ricorrere al cibo disponibile per rifornirsene) costituiva e costituisce per questo motivo un utile integratore di una dieta composta prevalentemente da alimenti di origine vegetale, che da soli difficilmente riescono a far fronte per qualità e quantità al nostro fabbisogno in termini di elementi “nobili”.

Un vecchio detto recitava così: “il troppo stroppia”, che tradotto vuol dire: il troppo fa male. Alcune ricerche pubblicate su importanti riviste scientifiche hanno suggerito un legame tra il consumo di carne e l’insorgenza di tumori, in particolare del colon. Tuttavia nella popolazione a rischio il consumo di carne era ben al di sopra delle raccomandazioni contenute nelle linee guida. D’altra parte non bisogna dimenticare il ruolo svolto da alimenti di origine animale ricchi di calcio, come il latte e il formaggio, nel prevenire l’insorgere di malattie, quali l’osteoporosi, che affliggono la popolazione femminile italiana in età postmenopausale (circa il 25%).

Infine il vecchio adagio dei medici di famiglia di un tempo, che consigliavano alle mamme (già peraltro informate dalle nonne) con figli magri e cagionevoli di salute diete a base di carni rosse, magari meglio se di cavallo e di olio di fegato di merluzzo, rispondeva all’esigenza di fornire energia utile in termini quantitativi (tanta energia in poco cibo) e qualitativi (amminoacidi essenziali, vitamine, acidi grassi polinsaturi) in un ambiente che spesso non poteva fornire tutta la scelta che oggi abbiamo a disposizione.

Anche oggi però, nonostante siamo in epoca di “vacche grasse” (e purtroppo pazze!), sotto il profilo della varietà degli alimenti a disposizione, l’abitudine porta a nutrirsi solo ed esclusivamente con ciò che è ben accetto al nostro palato e alla moda del momento, senza guardare il corretto bilanciamento tra i vari componenti della dieta. Perciò oggi come sempre, a mio parere, una corretta alimentazione deve prevedere cibi di origine animale, contenenti la giusta quota di proteine.

Un consiglio: un bel piatto di carne e/o pesce un paio di volte la settimana potrebbe tenervi lontani dagli studi medici (ma non dalla nostra rubrica medica spero!). Sono a vostra disposizione per commenti, chiarimenti, delucidazioni, quesiti sugli argomenti trattati in questo articolo.

La pubblicazione di questo articolo rientra negli accordi di partnership tra il nostro magazine e Cidimu.it, sito specializzato nella diagnostica e medicina on line.

di Dott. Gianfrancesco Alberto