Le cascate delle Marmore

Luglio 5, 2002 in il Traspiratore da Redazione

31346Amanti della natura, dei paesaggi lussuriosi, del fresco delle acque e del verde circostante, pensate di volare in Sud America, al confine tra Brasile, Paraguay e Argentina, alle Foz do Iguaçu, o di fare il check-in per Buffalo e le sue Niagara Falls? Stop, prima di espatriare, puntate il dito al centro della cartina dell’Italia, in un luogo assai suggestivo, che merita proprio di essere visitato: le cascate delle Marmore.Potrete compiere un’escursione piacevolissima, con possibilità di vedere posti incantevoli ed anche praticare attività sportive, dalla canoa al trekking, dalla pesca sportiva al torrentismo, dal canyoning al bungee jumping. E non dimenticatevi le arrampicate lungo le rapide della cascata e le scampagnate nei dintorni, in una terra, l’Umbria, ricca di tradizioni storiche ed enogastronomiche.Non penso ci smentirete se affermiamo che questo luogo, a poca distanza da Terni, merita un viaggio; tra l’altro, pur non ancora famosissime, queste cascate sono le più alte non solo d’Italia, ma di tutta Europa! Inoltre, nel parco circostante, una fitta vegetazione caratterizza il territorio: essa va dalla macchia mediterranea, ai boschi, ai pascoli. Anche la fauna è variegata, composta da volpi, donnole, tassi, ricci, istrici, gufi e numerosissimi cinghiali.

Per imbattersi in tali “spiacevoli”, ma divertenti incontri, bisogna passeggiare all’interno del Parco, dove vi sono sentieri facilmente percorribili ed un’area verde attrezzata per trascorrere splendidi momenti, ammirando le particolari luci originate dall’intreccio della vegetazione con gli spruzzi dell’acqua, che generano un fenomeno naturale di rara bellezza.La storia delle cascate delle Marmore, poi, potrebbe essere il soggetto di un kolossal cinematografico. Infatti, sono un’opera artificiale creata dai Romani per bonificare la zona paludosa in cui confluiva il fiume Velino. Fu il console romano Manlio Curio Dentato che fece scavare, nel 271 a.C., un canale per convogliare tali acque verso la rupe di Marmore e per farle precipitare, con un balzo complessivo di 165 metri, nel sottostante fiume Nera.In realtà esiste anche una leggenda sull’origine della cascata. Si narra che la ninfa Nera si fosse innamorata di un pastore chiamato Velino, ma Giunone, per punirla, la trasformò in un fiume: il Nera. Velino, per ricongiungersi all’amata, si gettò dalla rupe di Marmore, dando così origine alla cascata.Nel corso dei secoli le cascate subirono varie modifiche; l’intervento più importante avvenne nel 1787, quando l’architetto ternano Andrea Vinci trovò la soluzione per scongiurare l’impaludamento della piana nei periodi di piena del fiume Velino. Effettuò un taglio diagonale sul secondo balzo della cascata per permettere un miglior deflusso delle acque nel fiume Nera.

La potenza energetica che scaturisce dalla forza dell’acqua ha favorito il sorgere, nella zona di Terni, di industrie siderurgiche, elettrochimiche ed elettriche; questo causa la parziale chiusura delle cascate, per cui conviene informarsi su orari e modalità di accesso all’area, poiché la visita è comunque interessante, ma lo è ancor più quando vi è il rilascio dell’acqua. Ciò avviene solo in orari predeterminati nell’arco della giornata poiché, nei restanti periodi, l’acqua viene sfruttata come forza energetica.

Orari di apertura

dal 1° Luglio al 31 Agosto

feriali: 12.00 – 13.00; 17.00 – 18.00; 21.00 – 22.00

festivi: 11.00 – 13.00; 15.00 – 22.00

Il Traspiratore – Numero 37-38

di G. Ortali