Le allegorie macabre di Witkin

Maggio 22, 2002 in Arte da Sonia Gallesio

30873(1)La mostra Pernicious ideology of redemption, presso la Galleria Infinito, documenta il ritorno a Torino di Joel Peter Witkin. Già nel 1995 il dissacrante artista americano aveva presentato le sue opere al pubblico piemontese – nell’ambito di una discussa personale al Castello di Rivoli.

Witkin, fotografo di fama internazionale, nasce a Brooklyn nel 1939; attualmente vive e lavora in New Messico. L’esposizione allestita presso Infinito Ltd Gallery, curata da Patrick Amine, comprende alcuni disegni inediti e numerose immagini fotografiche in bianco e nero – realizzate a partire dai primi anni ottanta.

Le opere presentate, che ad alcuni potrebbero apparire addirittura inconcepibili ed oscene, celebrano prevalentemente lo stretto rapporto tra la vita e la morte, quasi intollerabile ma tristemente inevitabile – reale, forte, insinuante come nient’altro. La mostra, che sembra oltraggiare ogni morale e pudore, suscita emozioni intense e contraddittorie, sgomento e disagio. Morbosità e forti richiami sessuali, degradazione e malattia, fuoriescono prepotenti dalle fotografie di Witkin – pervase da atmosfere inquietanti, verosimilmente malsane.

30872L’artista elabora ed interpreta alienazione, deformità e mutilazioni; forse, ciò che maggiormente genera rabbia nello spettatore, è proprio che lo si faccia senza perdere il gusto estetico, la concezione stilistica, la ricerca compositiva, realizzando opere complesse ed estremamente curate. Witkin intreccia senso di morte ed emozioni stridenti, ma la sua non è sterile provocazione. L’arte che egli produce, a mio avviso, assomiglia più ad un continuo rincorrere fantasmi e creature del buio, alla celebrazione dei più antichi archetipi umani: dolore, paura, ossessione, follia, cessazione della vita.

Le sue nature morte possono essere paragonate ad una tavola imbandita di oscenità e di orrori, agghiaccianti composizioni costituite da porzioni di corpo mutilate ma nello stesso tempo vive, alimentate da una carica pericolosa. I suoi lavori divengono allegoria macabra di grande potenza espressiva, solidificazione ed incarnazione di incubi e richiami remoti. Non c’è esortazione alla violenza in queste immagini, anche se appaiono folli e devastanti. La scelta espressiva di Witkin, forse, è soltanto il risultato di un viaggio attraverso le lande che più ci terrorizzano. Sarebbe possibile, in realtà, delineare il confine tra l’esasperare un tema e l’esorcizzare una paura? E l’alienazione dissacrante potrebbe mai divenire strumento di redenzione?

Joel Peter Witkin – Pernicious ideology of redemption

Infinito Ltd Gallery

Via Carlo Alberto, 5 Torino

Dal 4 aprile al 25 maggio 2002

Da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19,30

Per informazioni: +39 011837349

e-mail [email protected]

di Sonia Gallesio