L’acqua che beviamo

Agosto 1, 2004 in Libri da Gustare da Claris

Titolo: L’ acqua che beviamo. Un viaggio nel mondo delle acque, naturali e trattate, destinate all’alimentazione e alla terapia
Autore: Giorgio Temporelli
Casa editrice: Franco Muzio
Prezzo: € 25.00
Pagine: 438

Acqua che beviamoAvete idea di chi abbia inventato la vite idraulica per sollevare l’acqua? O sapete quale fu la civiltà antica che costruì le opere idrauliche più imponenti? E quale è lo stato che nel mondo ha la maggior disponibilità idrica?

Ancora: come nasce la sensazione della sete? Quale è il bilancio idrico del nostro organismo? Quali sono i macroelementi dell’acqua? Cosa s’intende per acqua potabile? Acque di sorgenti e acque minerali: quali le differenza e le caratteristiche? Le acque termali: fanno bene?

Alla fine, è meglio bere l’acqua in bottiglia o quella del rubinetto, acqua purificata o addizionata?

Questa serie di interrogativi è solo una minima parte di quelli che vengono risolti dalla lettura del libro di Giorgio Temporelli ‘L’acqua che beviamo – un viaggio nel mondo delle acque, naturali e trattate, destinate all’alimentazione e alla terapia’, pubblicato da Franco Muzzio Editore.

Il libro, nonostante la scientificità degli argomenti e l’estrema precisione dell’autore nello sviscerarli, scorre bene e facilmente, come l’acqua in un ruscello a primavera, verrebbe da dire. Ovvero raggiunge molto bene uno degli obiettivi che l’autore si era prefissato: essere un’opera divulgativa, facilmente comprensibile e d’aiuto al consumatore, in altre parole a tutti gli individui, giacché dell’acqua non si può fare a meno. Già, perché il contenuto di acqua nel nostro organismo varia dal 45% al 94% a seconda dell’età e del sesso, ma soprattutto una diminuzione di acqua corrispondente al 5% del peso corporeo provoca crampi e se supera il 7% può indurre a perdita della coscienza.

Ora, tralasciamo il ruolo fondamentale dell’acqua nella storia (uno dei quattro elementi, venerata dagli antichi, disprezzata nel Medioevo…), per altro ben descritto nel volume, e concentriamoci sul cuore del libro: l’acqua che soddisfa il nostro perenne bisogno di dissetarci, quella che beviamo (o scegliamo di bere?) in ogni momento della nostra giornata.

L’autore giustamente osserva che gli italiani, pur essendo i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale, spesso non sono in grado di leggere ed interpretare l’etichetta posta sulle bottiglie.

Il libro diventa così un utile vademecum per capire le proprietà dell’acqua che scegliamo quando andiamo al supermercato. Fare un acquisto consapevole vuol dire saper che a monte della vendita e dell’imbottigliamento esiste una legislazione rigida (DL 25 gennaio 1992, n. 105), che oltre 50 dei 270 marchi che troviamo coprono circa l’80% del mercato e sono gestiti da appena 7 gruppi produttori (Nestlé, San Benedetto, Danone, Co.Ge.Di., Spumador, Norda, Sangemini), che le acque minerali si classificano a seconda del residuo fisso (RF) in 4 tipi: minimamente mineralizzate (l’acqua più leggera d’Europa è la Lauretana con RF pari a 13,9 mg/l), oligominerali (la stragrande maggioranza, circa i 2/3 del mercato), minerali (pari al 20% del mercato), ricche di sali minerali (tra queste l’acqua San Martino ha proprietà paragonabili se non superiori alla bibita Gatorade).

E ancora: le acque gasate stimolano le secrezioni gastriche, per cui non sono molto adatte a chi soffre di acidità e gastrite, ma hanno un potere dissetante istantaneo maggiore delle acque lisce in quanto l’anidride carbonica possiede un effetto leggermente anestetico nei confronti delle terminazioni nervose della mucosa orale.

Tra i tanti argomenti, uno spazio molto interessante è quello dedicato alle caratteristiche dei prodotti utilizzabili per i contenitori dell’acqua da bere: vetro, PVC (PoliVinilCloruro), PET (PoliEtileneTereftalato), cartone politenato…

Ovviamente con una parità di dettagli scientifici e curiosi sono trattate le acque potabili e quelle termali (attenzione: non sono quelle minerali): salse, sulfuree, ferruginose, solfate, bicarbonate.

OK adesso sappiamo tutto, o quasi, poi andiamo al ristorante e ci portano dell’acqua addizionata: cos’è? Semplice acqua del rubinetto manipolata per farcela pagare più cara? O qualcosa di identico a quella che esce dalla casa dell’amico che dice di avere il depuratore? O ancora è identica a quella che troviamo, negli uffici eleganti, in enormi boccioni, chiamati water cooler…

Alla fine del libro siamo in possesso di elementi scientifici (non dimentichiamoci che Giorgio Temporelli è un fisico specializzato in acque destinate all’alimentazione e progettista di impianti di depurazione) e di una metodologia per comprendere cosa beviamo e scegliere, anche a seconda dei luoghi, del nostro stato di salute, del periodo temporale, se preferire l’acqua del rubinetto o quella delle bottiglie in ‘plastica’ (che, paradosso, non è detto siano ‘potabili’ a termine di legge, in quanto il decreto prima citato non lo prevede… non è un giallo, semplice lettura del libro…).

di Claris