La terza via della clonazione

Febbraio 16, 2001 in Technology da Momy

Quarto appuntamento dell’anno con il ciclo Giovedì Scienza. Il tema trattato in questo incontro è piuttosto scottante: il trasferimento nucleare di cellule staminali autologhe (TNSA). L’argomento è recentemente stato al centro sia d’infuocati dibattiti che hanno visto le diverse fazioni confrontarsi tra loro in dispute piuttosto accese (fin troppo facile ricordare gli interventi contro il Ministro della Sanità prof. Veronesi al convegno di Comunione e Liberazione), sia d’incontri sicuramente più costruttivi, come quello tenutosi al Maurizio Costanzo Show.

La “cellula staminale” è una cellula che ha due caratteristiche: la capacità di auto riproduzione illimitata o prolungata e quella di dare origine a cellule progenitrici di transito, con capacità proliferativa limitata, dalle quali discendono popolazioni di cellule altamente differenziate.

Poiché nel nostro organismo adulto rimangono alcune cellule-bambine, che, come quelle dell’embrione, hanno ancora la capacità di trasformarsi in qualsiasi tipo di tessuto, unendo le due caratteristiche si ottiene la straordinaria possibilità di fabbricare organi di ricambio e riparare i danni causati da traumi e malattie.

Il Ministro della Sanità, professor Umberto Veronesi, ha presentato lo scorso 28 dicembre il documento elaborato dalla commissione di studio sull’utilizzo di cellule staminali per finalità terapeutiche, il cosiddetto “Rapporto Dulbecco per le cellule staminali”.

Questo rapporto indica nel Trasferimento Nucleare di cellule Staminali Autologhe la soluzione più idonea come base per la cura di una vasta gamma di patologie, in parte fino a oggi incurabili, che interessano 10 milioni di italiani, sottolineando come le altre possibilità analizzate (cellule staminali fetali, da sangue del cordone ombelicale, adulte ed embrionali eterologhe), non abbiano dato gli stessi risultati del TNSA, che si è dimostrato in grado di soddisfare tutte le incognite scientifiche (quantità di cellule staminali disponibili, compatibilità con il paziente, caratteristiche) e la liceità etica, sia come tecnica di produzione, sia per le finalità terapeutiche.

A spiegare meglio come questa nuova tecnica potrà curare malattie come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e il diabete sono in sala due illustri professori: Angelo Luigi Vescovi, codirettore dell’Istituto di Ricerca sulle Cellule Staminali dell’HSR di Milano, e Michele De Luca, direttore del Laboratorio d’Ingegneria dei Tessuti dell’IDI Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma.

Il primo studia prevalentemente i meccanismi cellulari coinvolti nella riparazione dei tessuti adulti, in particolare del cervello umano. Di rilievo è la sua attività di studio sulle cellule staminali cerebrali. Recentemente ha dimostrato la convertibilità di cellule del cervello in tessuti d’origine diversa, quale il sangue ed il muscolo.

Il secondo si occupa invece dello studio delle cellule staminali degli epiteli di rivestimento. Queste ricerche hanno portato alla ricostruzione in laboratorio dell’epidermide e dell’epitelio corneale, nonché alla loro applicazione clinica.

La terza via della clonazione

Ciclo Giovedì Scienza

1 febbraio, ore 17.45

Teatro Colosseo – Torino

Ingresso gratuito

di Monica Mautino