La passione di Artemisia

Giugno 5, 2011 in Libri da Cinzia Modena

Titolo: La passione di Artemisia
Autore: Susan Vreeland
Casa editrice: Beat edizioni
Prezzo: € 9,00
Pagine: 326

la passione di artemisia_beat edizioniMio padre mi camminava accanto per darmi coraggio e con la mano sfiorava lieve i pizzi che ornavano le spalle del mio corpetto. La luce abbagliante, quasi allo zenit, infuocava già le pietre che pavimentavano la piazza. Sopra Tor di Nona, l’ombra immobile del nodo scorsoio dell’Inquisizione, il tribunale papale, si proiettava in modo sinistro sul muro e il profilo pareva l’immagine di una lacrima.

“un disagio di breve durata, Artemisia” disse mio padre, guardando dritto davanti a sé. “Non più di una piccola strizzatina”. Stava parlando della Sibilla.

Inizia in questo modo crudo la storia di Artemisia Gentileschi raccontata da Susan Vreeland. Inizia nel pieno di un processo per violenza sessuale. La sibilla consisteva nel legare le singole dita con una fune e poi i polsi uno verso l’altro e di nuovo le singole dita. La corda veniva tesa con un viticcio di legno fino a quando la donna non rispondeva in modo veritiero alle domande durante il processo. Artemisia aveva ricevuto il dono del padre, era anch’essa pittrice. L’Inquisizione si chiede se riuscirà, dopo questa prova, a tener ancora in mano il pennello.

Siamo nel 1612. Gentileschi padre porta la causa della figlia in tribunale per una questione economica e si arriverà a una risoluzione patteggiata tra uomini del processo. La gente non avrà pietà per la fanciulla, e il padre le trova una soluzione per stare lontana dalle questioni romane, in Toscana.

Da qui si apre un mondo fatto di colori, pittura, “Arte” in senso pieno: sia tecnico, con gli insegnamenti del Caravaggio sempre sullo sfondo, sia emozionale con la scoperta di soluzioni da parte di colleghi, con aneddoti, con scelte dettate dal gusto di coloro che commissionavano le opere. Un mondo di mecenatismo e di successi. Di pregiudizio nei confronti delle donne e di rivalità tra professionisti. Di famiglia e di amore e di onore. L’amore per il padre, per il marito, per la figlia. E di un grande coraggio che porta la donna a fare scelte radicali e a sfidare le incognite di esperienze in nuove città. Con la forza interiore e quella di pochi cari amici – come Galileo Galilei – che le saranno di conforto e di incoraggiamento.

Si scopre così l’ambiente toscano dell’accademia dell’arte, il mecenatismo genovese, romano e napoletano.. Ma anche gli errori che un eccesso di generosità tipico dell’indole femminile porta Artemisia a fare. E le conseguenze di aspettative sbagliate.

Artemisia porterà sempre le cicatrici della sibilla sulle mani ma quelle furono nulla rispetto alle sfide che dovette superare da donna moderna nel 600. Abbinando lavoro e famiglia, andando contro le consuetudini, imparando a capire quel padre a cui era molto legata e che tanto l’aveva ferita nel tempo.

Una donna che fu come le sue pitture la rivelano. Una donna dalle tinte forti. Dai chiari e scuri, capace di rimettersi in gioco e di superare mille traversie anche in povertà. Come i suoi autoritratti rivelano senza trucchi. Capace di rispondere ai desiderata dei committenti, e di trovarne di nuovi nonostante tutto. Una donna fatta di perseveranza e pochi compromessi. Difficile da amare per l’uomo dell’epoca. O anche di oggi?

di Cinzia Modena