La Norma di Bellini al Teatro Regio

Maggio 8, 2012 in Net Journal, Primo Piano, Spettacoli da Marcella Trapani

Dal 16 maggio avranno inizio presso il Teatro Regio le rappresentazioni della Norma, tragedia lirica di Vincenzo Bellini, per la regia di Alberto Fassini e la direzione d’orchestra di Mario Mariotti. L’allestimento è realizzato dall’Ente Lirico torinese in coproduzione con Opera Scene di Roma.

La Norma è una tragedia lirica su libretto di Felice Romani, scritta nel 1831 e legata al mito di Medea e al suo infanticidio. Il libretto infatti fu tratto dalla tragedia L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet.
La vicenda si svolge nelle Gallie, all’epoca dell’invasione romana. Nella foresta sacra dei Druidi il gran sacerdote Oroveso annuncia l’arrivo di Norma, la sacerdotessa sua figlia, che compirà il sacro rito in omaggio alla divinità lunare. Intanto Pollione, segreto amante di Norma da cui ha avuto due figli, incontra l’amico Flavio e gli confida di essersi innamorato di un’altra sacerdotessa (Adalgisa) e di voler fuggire con lei alla volta di Roma, temendo l’ira e la vendetta di Norma.
Norma, scoperto il tradimento di Pollione, decide di vendicarsi uccidendo i due bambini avuti da Pollione; ma quando entra, nottetempo, nella stanza in cui dormono brandendo un pugnale, il sentimento materno prevale. Fa chiamare Adalgisa e le affida i figli, pregandola di condurli all’accampamento romano: lei ha deciso di morire.
Adalgisa, disperata, tenta di dissuaderla, e promette di intercedere in suo favore presso il proconsole romano, al quale ella ha definitivamente rinunciato; commossa, Norma l’abbraccia e le assicura la sua eterna amicizia.
Si crea dunque una sorta di sentimento complice tra le due donne, entrambe vittime del tradimento di Pollione, la cui vicenda si concluderà con il suo pentimento e il suicidio accanto a Norma, la madre dei suoi figli.
L’opera debuttò alla Scala il 26 dicembre 1831 con Giuditta Pasta nel ruolo della protagonista e non fu un successo, in quanto molte perplessità destarono i due finali d’atto, un terzetto che chiude il primo e una pagina d’assieme che conclude l’opera, soluzioni molto diverse da quelle tradizionali.

La prima idea che viene alla mente pensando alla Norma è la celeberrima aria “Casta diva” e la diva della lirica Maria Callas, che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia. Ma “Casta diva” e tutta l’opera furono eseguite con grande successo anche da Montserrat Caballé e da Joan Sutherland, rispettivamente nel ruolo di Norma e di Adalgisa. Tuttavia la poliedricità del personaggio di Norma e della sua vocalità – che spazia dal lirismo più puro ad accenti di sconvolgente drammaticità – ne fanno uno dei ruoli più impervi per voce di soprano, tanto che l’opera è oggi più famosa che rappresentata.

Il direttore Mario Mariotti è un giovane ma già famoso musicista di Pesaro, direttore del Teatro Comunale di Bologna e al suo debutto nella Norma di Bellini al Regio di Torino. Nel ruolo principale della druidessa di Irminsul sarà il soprano di origine greca Dimitra Theodossiou che si è rivelata nel 1999 come Odabella in Attila. Dimitra sul palcoscenico si trasforma in prima donna, donando ai suoi personaggi quello spessore

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tragico così come era stato concepito da Bellini per Giuditta Pasta. Pollione sarà interpretato da Marco Berti, la cui voce è caratterizzata da morbidezza e bellezza di timbro, oltre che da un fraseggio controllato e intenso.

Entrambe le protagoniste femminili della prima assoluta di Norma erano qualificabili come soprani: Giulia Grisi, a cui fu affidata la parte di Adalgisa, era il prototipo del nuovo soprano angelicato di stampo romantico, dal timbro chiaro ed in grado di sostenere tessiture acutissime; Giuditta Pasta, che ebbe invece il ruolo di protagonista assoluta, era stata classificata in origine come contralto, ma si era poi spostata decisamente verso il registro sopranile. In effetti la si poteva considerare, al pari di Isabella Colbran, che l’aveva preceduta di poco in carriera, e di Maria Malibran, che sarebbe invece apparsa sulla scena dopo qualche anno (divenendo, tra l’altro, una grande interprete di Norma), un mezzosoprano acutissimo, in grado di convergere senza problemi su ruoli da soprano centrale.

Nei decenni successivi però il registro di mezzosoprano, sconosciuto come tale in epoca barocca e classica, andò conquistandosi una sua marcata e crescente autonomia, ed invalse l’uso di affidare a mezzosoprani le parti originariamente scritte per secondo soprano, qual era, nel caso in specie, il personaggio di Adalgisa. Anche in questo allestimento la parte di Adalgisa è affidata a un mezzosoprano, la statunitense Kate Aldrich, già nota al pubblico del Regio grazie alla sua interpretazione di Maffio Orsini in Lucrezia Borgia nel 2008: grande versatilità forgiata su una tecnica invidiabile.

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