La NBA è ancora lontana

Febbraio 15, 2001 in il Traspiratore da Redazione

Basket mondiale: vince San Antonio

La NBA resta imbattibile: ancora una volta hanno vinto loro, ma la prestazione offerta dai Roosters è stata confortante, dimostrando che il gap si sta riducendo di molto. Questo il dato di fatto più importante uscito dalla nona edizione del McDonald’s Championship, dopo dieci anni tornato in Italia. Certo una singola gara non può fare testo, anche perché due sole sere prima i Miami Heat avevano sotterrato di punti il Maccabi. Ma il sogno cullato da Varese è durato 45 minuti e solo l’assenza di Santiago, fermato da una mano martoriata, il calo fisico complessivo e un paio di scelte avventate di Pozzecco hanno consentito a San Antonio di creare lo scarto decisivo. I complimenti finali di Gregg Popovich, coach avversario, testimoniano lo scampato pericolo.

Resta la grande prestazione dei ragazzi di Massimo Galli, alla sua prima esperienza in una grande squadra, la commovente partita di Cecco Vescovi che ha piazzato un 4 su 6 da tre distaccando sempre i bianconeri ogni volta che si facevano sotto e la gara di Andrea Meneghin, uno che la NBA la vedrà da vicino, con la possibilità di fermarsi, perché a 26 anni, quanti cioè ne avrà la prossima stagione, si può anche avere la pazienza di attendere il proprio momento.

San Antonio, annichilita per primi tre quarti, spesso in difficoltà sotto le plance, reparto che invece ha costituito la chiave vincente del loro titolo, con Jim Duncan sembrato spaesato e disastroso al tiro (due su otto nei liberi inizialmente, solo 15 punti all’attivo) è stata tenuta in galla dai suoi vecchietti terribili, Mario Elie e Terry Porter, arrivato quest’anno per portare il suo contributo d’esperienza. Contro il Vasco da Gama, in finale, tutta un’altra musica. I brasiliani, brillantissimi la sera prima quando ai supplementari hanno castigato uno Zalgiris supponente, evidentemente erano già contenti del risultato ottenuto e non sono mai stati in partita, chiudendo a-35. D’altronde contro Duncan in versione monstre ben poco hanno potuto fare i vari Sandro, Janjao e Rogerio che si sono alternati al suo controllo; Tim ha dimostrato che quando è in serata non ce n’è per nessuno e a soli 23 anni per lui si apre la possibilità di creare comunque un’era, indipendentemente dai risultati della squadra.

Era il personaggio che mancava dopo il ritiro di Michael Jordan (a proposito: a Milano si è visto Ahmad Rashad, il suo migliore amico fuori dal parquet) e alla fine della stagione sarà free agent: un bel problema per gli Spurs. Da registrare ancora le prestazioni alterne dei campioni d’Europa, i lituani dello Zalgiris, beffati al supplementare dal Vasco dopo aver avuto la gara in mano sino a tre minuti dalla fine. Tra gli esterni bene Timinskas e Beck, non incisivo Masiulis, Grgat e Zidek non pervenuti. Poco da segnalare per i libanesi del Sagesse e i campioni australiani, Adelaide 36’ers, parsi un paio di gradini inferiori alle altre formazioni. Va cosi in archivio un’edizione ancora una volta riuscitissima che ha riempito per una volta un Forum di solito deserto, almeno per quello che riguarda le manifestazioni sportive. David Stern, commisioner NBA, nella sua conferenza stampa congiunta a Boris Stankovic, presidente FIBA, ha annunciato un potenziamento entro i prossimi diciotto mesi delle seconda lega americana, la CBA, mentre l’ipotesi di creare una Lega minore in Europa è ancora in alto mare, con buona pace di quelli che l’avevano osteggiata fin da subito. Il grande baraccone chiude i battenti: li riaprirà tra due anni, allorché dall’11 al 13 ottobre si terrà la decima edizione. La scelta della sede entro i prossimi due/tre mesi: candidata favorita per l’Europa è Oporto, anche se è possibile che la manifestazione venga portata in Asia o in America Latina.

Ah, dimenticavamo. Duncan (in foto) MVP: giustissimo. Personalmente ne abbiamo trovato un altro: Federico Buffa, “per me, numero uno”.

Federico Danesi

I personaggi

Tim Duncan: non poteva che essere lui l’MVP della manifestazione. Atteso al varco da tutti, tecnici, giornalisti, ma soprattutto tifosi, ha riscattato con una prestazione praticamente perfetta (32 punti, 18 rimbalzi in 39 minuti) la prova sotto tono offerta contro Varese la sera prima. E’ il giocatore simbolo della nuova era NBA.

Avery Johnson: l’anello conquistato lo scorso anno sembra avergli dato quella maturità che gli è sempre mancata. Molto più concreto di altre volte, dispensa assist (18 in due partite) e punti a piene mani Se riesce a limitare le sue scorribande e ad essere più lucido può diventare l’uomo in più per San Antonio.

Daniel Santiago: sin dalla vigilia si sapeva che la chiave tattica per una grande prestazione di Varese sarebbe dipesa soprattutto da lui. E il centro titolare dei Roosters ha risposto alla grande segnando 11 punti nei primi sei minuti di gara per nulla intimidito dal confronto con David Robinson. Soltanto una brutta caduta, in seguito ad un fallo terminale, l’ha costretto ad uscire per la frattura di una mano che lo terrà fuori tre mesi.

José Vargas: non una sorpresa, ma una piacevole conferma. Per il dominicano, non più giovanissimo, una prestazione da ricordare.

Guido Bagatta: chiudiamo doverosamente con lui. La sua decisione di partecipare al torneo con Varese è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico, con molto meno dai suoi colleghi, perfino dal giornale con il quale collabora abitualmente. Invece ha saputo stare al suo posto, osannato comunque dagli astanti e ha chiuso con due punti allo Zalgiris.

C. A. & F. D.

Il Traspiratore – Numero 22

di Federico Danesi e Claudio Arissone