La magnificenza di un movimento

Luglio 22, 2002 in Medley da Sonia Gallesio

31602Il Neoclassicismo nacque e si sviluppò, nella seconda metà del diciottesimo secolo, in ragione di una diffusa e sentita riconsiderazione della cultura classica; le concezioni estetiche greche e romane divennero fonte d’ispirazione in tutti gli ambiti della vita e dell’arte, dalla letteratura alla musica, dalla pittura alla scultura. A sua volta, com’è noto, l’interesse per le civiltà antiche fu largamente influenzato dagli scavi – condotti a partire dal 1738 – che portarono alla luce Ercolano, Pompei ed i resti romani di Velleia (nei pressi di Parma), nonché dagli studi compiuti tra le rovine di Paestum, Agrigento, Segesta. Dopo un lungo trascorso di guerre sanguinose, grazie al marcato entusiasmo e al profondo rinnovamento sociale, economico e politico apportato dall’Illuminismo, si sentì l’esigenza di trovare una corrispondente artistica e stilistica al fervore che caratterizzò il periodo. I quasi cinquant’anni di pace che l’Italia visse durante la seconda metà del 1700, favorirono – senza precedenti – l’incredibile sviluppo che alimentò il Neoclassicismo, permettendo ai governi di attuare significative riforme e di coltivare le scienze e le arti. Come testimoniano i noti esperimenti di Volta, Galvani e Lagrange, ciò che contraddistinse l’epoca, fu, oltre all’interesse per l’antichità, la ricerca scientifica (in particolar modo lo studio dei fenomeni naturali).

31604(1)Tale duplice approccio fu mantenuto, parallelamente, anche in campo artistico: proprio accanto alla celebrazione della perfezione delle forme e della bellezza ideale, si sviluppò la profonda attenzione per il paesaggio e per la natura – considerata in tutti i suoi aspetti, da quelli atmosferici a quelli topografici. In un clima fortemente condizionato dalle nuove sperimentazioni tecnologiche, dall’industrializzazione e dalla ricerca, il perfezionamento di antichi procedimenti fu affiancato dall’elaborazione di nuove tecniche. La visione del ruolo degli artisti subì un considerevole cambiamento, consentendo loro una posizione sociale mai raggiunta prima: svariate accademie vennero istituite e molte, fra quelle già esistenti, furono ampliate e potenziate. L’Italia divenne il centro del nuovo gusto neoclassico, anche se il medesimo investì tutt’Europa, facendosi crocevia di un fiorente mercato d’arte e meta frequentatissima dei più grandi viaggiatori e collezionisti del periodo. La nostra penisola, inimitabile fonte d’ispirazione, fu una seconda patria per molte personalità internazionali, da Mengs ad Elisabeth Vigée-Lebrun, da Angelica Kauffmann (la cui fama crebbe notevolmente grazie, anche, alla costante riproduzione dei suoi dipinti da parte dei maggiori incisori europei) a David. Nell’ambito delle corti, per merito dei sovrani illuminati, grande impulso ebbero le manifatture reali, in perfetta corrispondenza con la sfarzosa vita cortigiana.

Il Neoclassicismo in Italia

di Sonia Gallesio