La cucina di Ruscin

Dicembre 5, 2004 in Libri da Gustare da Simona Margarino

Titolo: La cucina di Ruscin – ricette, riflessioni, idee, pensieri
Autore: Giorgio Italo Costa
Casa editrice:
Prezzo: 30
Pagine: 175

La cucina di RuscinUna combinazione ad arte di memoria e ricette, anche in Inglese –“per iniziare, per proseguire, per continuare, per concludere”: questo pare essere, a un primo sguardo, il libro La cucina di Ruscin, “dedicata” al Cavaliere Gastronomico, poi anche Cavaliere della Repubblica, Giorgio Italo Costa (sotto il cui pseudonimo si cela, inoltre, il nome del figlio scrittore Massimiliano). Ma bisogna spingersi oltre per trovarvi, pagina dopo pagina, una mistura più complessa di riflessioni, testimonianze, ricordi, interviste, suggerimenti, ricordi, una macedonia in cui i frutti di stagione hanno il sapore lungo di un viaggio.

Si parte a fine Ottocento, con le valigie profumate di basilico, da una piccola osteria immersa nella campagna di Liguria, a Sella di Bavari, da una famiglia e il suo proverbiale fritto misto, da un piccolo uomo dai capelli rossi che crede nel mangiare, e nel mangiar bene ancor di più, da una donna che cucina piatti semplici di verdura e selvaggina, dai suoi figli che vivono appassionati di tradizione e incuriositi di modernità. Si prosegue in tappe variegate, saltando da piatti luoghi comuni alle vette alte del gusto raccontato attraverso un incredibile ricettario, in un saliscendi apparentemente poco logico e al contempo sufficientemente esaustivo.

Il sottofondo è di quelli meno usuali: da saggi consigli giapponesi ad altrettanto acute parole di un Indiano (“nella quotidianità per avere bisogna dare e quello che non è dato è perduto”) all’evidente armonia lasciata trasudare da chi, senza alcun dubbio, di cibo non può fare a meno. Si riscopre così il nostalgico piacere di sedersi a un tavolone contadino davanti a una tovaglia a quadretti e un genuino piatto di carne, si assiste ai cambiamenti che la storia si porta dietro, ci si accomoda davanti a un lume di candela come la più classica coppia di innamorati, fino ad arrivare al traguardo insospettato del rito della paella del venerdì.

Ma le cose bizzarre hanno questo di buono: l’imprevisto.

Vi lasciamo allora con una storia, tratta dal volume, su cui fermarsi, magari tra un boccone e l’altro:

“-Un samurai chiese consiglio a un saggio. Il maestro lo accolse e dopo aver ascoltato il problema, gli rispose: . Il giorno dopo, il samurai si presentò con la ricetta: , gli disse il maestro. . Dopo un periodo di tempo il maestro rientrò in casa e disse: , e si ritirò a cucinare. Trascorso un certo tempo, il maestro dalla cucina gridò: . Dopo un altro periodo disse: . Il samurai impaziente e incuriosito sentì dalla cucina: . Oramai stufo dell’ennesima attesa, il samurai finalmente vide arrivare il maestro con la pietanza. Terminato il pranzo, il samurai fu talmente gratificato dal cibo che pensò di non aver mai mangiato così bene. , chiese il samurai. , rispose il maestro. . . . . . . . Il maestro rispose: .” (pg.47)

P.S.

I proventi dell’opera verranno devoluti all’Ospedale Oncologico Europeo, Ass. Ricerca Malattie Immunologiche e Allergiche!

di Simona Margarino