kill the kid

Agosto 1, 2004 in Punti di Vista da Simona Margarino

English Version
Versione Italiana

“I feel as if I have a right to live a little longer, and that someone should pour a little…honey…on my wounds” (Manuel Puig, Kiss of the spider woman).

CogneEasy, to be a child.

You cling to a female breast -and you will have to wait for years before, maybe, it happens again-, you walk on someone else’s legs, you save your cleanness under the morbid hands of a parent, you get excited for a wrinkly caress, you eat and don’t fall in love, you get drunk on milk and go to sleep in the middle of a fairy tale for adults.

Socially reassuring, to be a kid.

You are the puppet to lull for anyone’s impulse of tenderness, you serve as a number in statistics, you are the good reason for creating associations, you cannot vote, you need nappies and a pap to make a supermarket happy, you don’t own a single word to hurt

Amusing, to be children.

You can afford living while playing, your spits are whistles of appreciation, you don’t have to ask for the most despicable kiss, you are given all free, talcum powder on the bottom and cocaine in the bones even before being borne, without paying, you smile when you are taken pictures for someone’s nightly fun, you laugh any time you don’t understand, you always laugh.

This lasts for a while.

Then one morning you wake up, at the sound of a cow’s bell. In a warm cradle. You feel you could live for ages, you feel a knife, too. 39 times.

Troublesome, to be a kid.

Especially when your mum wants you dead.

Uccidi il bambino

“Sento come se avessi il diritto di vivere un po’ di più, e che qualcuno dovrebbe versarmi un po’ di…miele…sulle ferite” (Manuel Puig, Il bacio della donna ragno).

CogneFacile, essere un bambino.

Ti attacchi a un seno di donna –e dovrai aspettare anni prima che forse succeda ancora-, cammini su gambe di altri, salvi la tua pulizia sotto le mani morbide di un genitore, godi di una carezza rugosa, mangi e non t’innamori, ti ubriachi di latte e vai a dormire al centro di una fiaba da adulti.

Socialmente rassicurante, essere un bambino.

Sei il pupazzetto da ciondolare per gli impulsi di tenerezza di chiunque, servi come numero nelle statistiche, sei la buona ragione per creare associazioni, non puoi votare, hai bisogno di pannolini e una pappina per far felice un supermercato, non possiedi una sola parola per far male.

Divertente, essere bambini.

Ti puoi permettere di vivere giocando, i tuoi sputi sono fischi di apprezzamento, non devi cercarti i baci più deplorevoli, ti viene dato tutto gratis, talco sul sedere e cocaina nelle ossa ancor prima di nascere, senza pagare, sorridi quando ti vengono scattate foto per il divertimento notturno di qualcuno, ridi ogni volta che non capisci, ridi sempre.

Questo dura per un po’.

Poi un mattino ti svegli, al suono della campana di una vacca. In una culla calda. Senti che potresti vivere secoli, senti anche un coltello. 39 volte.

Travagliato, essere un bambino.

Specialmente quando tua mamma ti vuole morto.

di Simona Margarino