Intrecciar di fiori, intrecciar di sapori

Ottobre 27, 2002 in Libri da Gustare da Stefano Mola

AAVV, “Intrecciar di fiori, intrecciar di sapori”, Ed. Satiz, euro 18,07

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Il problema delle radici. Nascoste, aggrovigliate, mescolate, abbarbicate dentro la terra, da questa indistinguibili, canali di passaggio tra i suoi elementi minerali e il sopra (fiori, foglie, rami). Tra il buio e la luce. Tra l’oscurità magmatica dell’inconscio e l’ordine ripiegato della vita normale, l’incasellamento dei suoi filari, la regolarità dell’irrigazione, potature, raccolti.

Pensare alle radici vere (vere in quanto fisiche, oggetti che possiamo toccare) delle piante, apre porte e corridoi verso quelle degli uomini, che hanno in più (e sempre di più) la complicazione del movimento. Ma le radici degli uomini, fatte di paesaggi, colori, suoni, odori, ricordi, feste, movimenti, in qualche modo avranno avuto bisogno di fissarsi. L’ho già scritto, ho già parlato di questa mia fissa o stupore per come cose immateriali quali le emozioni arrivino a sistemarsi nella testa. In fondo, è tutto un gioco di elementi chimici, o almeno credo. E queste molecole, proteine eccetera eccetera alla fine arrivano dalle altre radici, quelle fisiche, in maniera diretta o indiretta (quest’ultima purtroppo sempre meno probabile, se teniamo ricordiamo purtroppo come gli animali di cui ci nutriamo vengono nutriti).

Le nostre radici mentali hanno quindi a che fare in un modo o nell’altro con le radici fisiche, è un po’ come dire che siamo fatti della terra che calpestiamo, e altre cose simili tipo polvere eri e polvere diventerai.

Queste cose mi venivano in mente leggendo questo volume, che conclude un progetto il cui scopo è cercare di raccontare, soprattutto riscoprire, la memoria, la storia, le tradizioni della cittadina di La Loggia. Raccontare un paese attraverso i suoi profumi e i suoi sapori, avendo in mente come possano essersi modificati nel corso del tempo. L’identità non può essere qualcosa di immutabile, di calcificato o mummificato, perché è costruita dagli uomini che le danno vita. Allora, ecco sapori e profumi modificarsi per gli apporti delle persone che arrivano da altri luoghi, portando con sé altri modi di trasformare la terra e i rapporti.

Questo libro è fatto di ricordi, di storie, e anche di ricette, di cui è protagonista lo zucchino, tipico prodotto locale. Sono proprio le ricette a riflettere il divenire del paese, poiché tra di esse trovano spazio anche quelle della tradizione meridionale, cioè di quegli uomini e donne che si sono spostati dalla loro terra per impiantare nuove radici a La Loggia. Non ultimo tra i pregi di questo libro condotto sul filo della memoria è la ricchezza delle immagini e tra queste, gli acquerelli meravigliosi di Gianna Tuninetti.

di Stefano Mola