Il nonno racconta

Giugno 13, 2007 in il Traspiratore da Stefano Mola

59_pag_04Prima diamo la notizia, poi spieghiamo perché questa iniziativa ci piace ed è importante. Sappiatelo subito: avete tempo fino al 15 giugno 2006 per inventare una fiaba, scriverla e inviarla a questo indirizzo:

Associazione Il Nonno Racconta

via Giulia di Barolo, 4 – 10124 Torino.

Fatelo, e parteciperete così alla seconda edizione del concorso letterario nazionale Dada Rosso (la nostra madrina, prematuramente scomparsa più di un anno fa).

Sappiate anche che c’è un tema, l’avventura e i suoi eroi, declinato in uno dei seguenti modi:

  • Terra (favole caratterizzate da racconti sul pianeta Terra ed altri mondi);

  • Animali (favole ispirate alla fauna e alle caratterizzazioni morali degli animali);

  • Ambiente (favole ispirate ad un mondo migliore e più pulito);

  • Leggende (creazione di leggende con la finalità di spiegare le origini delle cose, anche attraverso una visione multietnica);

  • Mito (ripercorrere strade antiche in chiave moderna);

  • Avventura delle cose (favole ispirate al viaggio di un seme, alla storia di una foglia, eccetera);

  • Avventura raccontata attraverso il talento (sportivo, musicale, teatrale, eccetera);

  • Avventura raccontata attraverso la scoperta (nuove terre, fiumi, tesori, conquista di vette inviolate, eccetera).

    Sappiate anche che avete 6 cartelle di spazio massimo, che il regolamento completo è disponibile sul sito www.ilnonnoracconta.it, che il concorso ha l’alto patronato sia del Presidente della Repubblica sia della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è inserito nell’ambito delle iniziative di Torino Capitale Mondiale del Libro.

    Adesso invece proviamo a spiegare perché questa iniziativa è, secondo noi, così importante. Iniziamo a farci prestare delle parole da qualcuno un po’ più autorevole di noi: Le nostre vite sono incessantemente intrecciate alle narrazioni, alle storie che raccontiamo o che ci vengono raccontate, a quelle che sogniamo o immaginiamo o vorremmo poter narrare; e tutte vengono rielaborate nella storia della nostra vita, che noi raccontiamo a noi stessi in un lungo monologo […]. L’istinto narrativo è antico in noi quanto la più remota delle forme letterarie: il mito e la favola risultano alla fin fine altrettante storie che ci raccontiamo per spiegare e capire quanto altrimenti ci resterebbe incomprensibile. Il desiderio e la capacità di raccontare risalgono a uno stadio embrionale dello sviluppo dell’individuo, corrispondente all’incirca all’età di tre anni.

    È così che inizia “Trame”, saggio di Peter Brooks (Einaudi). Ci sono un paio di cose, secondo me, fondamentali. Il fatto che noi abbiamo bisogno di storie. Forse è per questo che le telenovelas hanno così successo. È un fatto, o no? Non sto cercando di verniciare le soap operas con una dignità letteraria. Semplicemente, di riconoscere che rispondono a una nostra necessità: sentire o vedere il racconto di una storia ci può aiutare a riconoscere, per parziale combaciare o per stridente alterità, la nostra. La ricerca di significato per le cose che ci succedono, la paura dell’ignoto, l’incertezza di fronte al contorno indefinito del domani sono forse tra le nostre lotte più difficili. Non dico che siano come il pane, l’acqua, o l’aria: ma sono convinto che le storie siano una necessità, che non possiamo farne a meno.

    La seconda cosa importante è che questo bisogno si manifesta da subito, e che dà dipendenza. Chi può essere più sprovvisto di strumenti interpretativi del mondo di un bambino che si affaccia alla parola? Da questi accenni, non è difficile allora far conseguire l’importanza delle fiabe come momento formativo, come stampini che lasciano delle impronte nella materia straordinaria e malleabile che è la mente di un bambino. Se le storie sono mappe per orientarsi nel mondo, le persone che le raccontano sono delle guide. Certo, è sempre possibile imparare a trovare la propria strada da soli.

    Da questo punto di vista, una delle mappe del mondo più incredibili e meravigliose che siano state create è senz’altro la “Divina Commedia”, cappella sistina del mondo al tempo di Dante. Però, in questo suo viaggio, Dante ricorre a figure guida: dapprima Virgilio, poi Beatrice. Perché anche da grandi orizzontarsi non è mica facile.

    Figuriamoci da piccoli allora. Le fiabe sono mappe disegate da persone che ci amano. Che cosa c’è di più magico di quella sospensione del tempo e dello spazio che si instaura nell’aria a metà tra un bambino e un genitore, o un nonno, che raccontano? Le fiabe quindi sono un grande atto d’amore. Per questo è importante raccontarle, pensarle, inventarne delle nuove. Per questo il premio Dada Rosso è una bellissima iniziativa: fornisce un pretesto per la creazione. Una di quelle cose in cui, noi di Traspi, crediamo fortemente (Sudate Carte vi dice qualcosa?).

    Ecco perché ci piace quello che fa l’associazione Il Nonno Racconta, che intende promuovere e sviluppare la letteratura per bambini e ragazzi.

    Se avete bisogno di ulteriori informazioni, potete scrivere a questo indirizzo mail: [email protected].

    Il Traspiratore – Numero 59

    di S. Mola