Il mangiatore di pietre

Luglio 22, 2005 in Libri da Tiziana Fissore

Titolo: Il mangiatore di pietre
Autore: Davide Longo
Casa editrice: Marco y Marcos
Prezzo: € 13,50
Pagine: 205

longoDopo aver vinto il premio Grinzane Cavour con il libro “Un mattino a Irgalem” Davide Longo si è cimentato questa volta con un noir ambientato in Val Varaita, nel Cuneese.

La vicenda narra di un eroe rude, un certo Cesare, il Francese, per molti anni ‘passeur’ cioè uno che ha guidato oltre confine (in Francia) gruppi di clandestini. Una figura solitaria la cui solitudine, sopportata con coraggio, viene scombussolata dall’omicidio di Fausto.

Lo confesso: il libro mi ha lasciato sorpresa perché lirica e durezza si alternano in un continuo balletto. La vicenda è dura, duro il paesaggio, dure le persone, duro lo scenario che ha luogo nel mondo dei passeur, del contrabbando, del delitto.

Manca la confidenza tra gli uomini, la voglia di dialogare quasi ci fosse una parete trasparente ma invalicabile tra tutti i protagonisti e la natura che li circonda, con il marin che soffia, il gelo, la neve, la luna che appare gelida e spettrale. Anche una specie di amore che nasce, finisce in un’amorosa amicizia (come si dice ai giorni nostri).

E’ chiaro che lo scenario è ben conosciuto dallo scrittore (avendo una baita isolata a Confine) e ne emerge un quadro ben dipinto, addirittura poetico a tratti, con i suoi colori e silenzi, una bellezza forse a volte crudele ma che si rispecchia nel carattere della gente, nel loro modo di parlare quasi che quei pochi abitanti si siano rinchiusi in una specie di fortezza naturale e psicologica.

Non è un testo veloce, scorrevole; c’è un’atmosfera piuttosto interiore anziché esteriore e nasce la domanda: sia la gente che vive che la natura che la circonda a cosa va incontro realmente? Nonostante il da farsi, l’eroe che rappresenta il genere umano, è lì che aspetta il compimento del destino, rievocando fatti e persone del passato che fanno parte della sua vita.

Più che un noir è un romanzo epico e a mio avviso non facile da leggere perché tra poesia, rimpianti, interrogazioni, c’è una ricerca dell’autore delle generazioni passate e forse di se stesso.

Occorre aver tempo e leggerlo con attenzione.

di Tiziana Fissore