Il giorno della civetta

Marzo 4, 2006 in Spettacoli da Roberto Canavesi

Quanto trasporre sulla scena un romanzo sia sempre impresa ostica non lo scopriamo certo oggi, semmai con “Il giorno della civetta”, adattamento di Gaetano Aronica dal romanzo di Leonardo Sciascia, ne ricaviamo ulteriore e diretta conferma.

In scena al Teatro Erba per il cartellone della “Grande prosa”, lo spettacolo, diretto da Fabrizio Catalano Sciascia, nipote dello scrittore siciliano, è un allestimento di pregevole tensione emotiva ambientato in una Sicilia metafora ed incarnazione di una realtà dove la forza civile va di pari passo con l’impegno politico e sociale: romanzo-scandalo per la forza con cui pose al centro dell’indagine narrativa il fenomeno mafioso, “Il giorno della civetta” è un perfetto meccanismo giallo dove si contrappone un’Italia civile, raffigurata dal capitano Bellodi, ex partigiano di origine emiliana in prima linea nella lotta alla malavita, ad un’Italia arcaica che ha in don Mariano Arena il testimone vivente di una società feudale ed arcaica dove il privilegio e prepotenza sono le regole fondanti del viver civile. Una lotta impari sembra essere quella che Bellodi, un ispirato ed applaudito Giulio Base, si trova a dover quotidianamente combattere contro un nemico invisibile le cui linfe vitali sono il silenzio, l’illegalità e la corruzione, “principi” fondanti di un sistema politico e sociale che lo stato cerca di scardinare affermando un’idea di giustizia assoluta del tutto slegata da ogni interesse privato e di natura economica.

Il percorso ideato da Sciascia, e reso in maniera lineare nell’adattamento di Gaetano Aronica, assomiglia ad una sorta di via crucis con “le forze del bene”, impegnate nelle indagini a seguito dell’omicidio di un costruttore edile, pervase da una costante forza morale e civile; un’ostinata tensione alla ricerca della verità attraverso una rischiosa, quanto consapevole, full immersion nella vita politica e sociale di un’Italia marchiata a fuoco da pericolosi legami tra Stato e malavita, piuttosto che da oscure relazioni di potere tra organi di comando: e se nella resa scenica la straordinaria forza evocativa della parola scritta sembra, talvolta, corrompersi in dialoghi un po’ stucchevoli ed artificiali, la colpa non è certo imputabile agli artefici del progetto, semmai alla “naturale” difficoltà che sempre si incontra al momento di tradurre sul palcoscenico, talvolta tradendo, le parole concepite per la carta.

Detto anche del prezioso contributo di Gaetano Aronica nella veste di coprotagonista, non resta che elogiare l’affiatamento di un compagnia di valore dove, tra gli altri, sono piaciuti Alessia Cardella e l’eterno ragazzo Nino Bellomo, 84 anni suonati ma la forza di un ragazzino.

“Il giorno della civetta” adattamento di Gaetano Aronica da Leonardo Sciascia. Regia di Fabrizio Catalano Sciascia. Ospitato dal Teatro Erba, repliche fino al 5 marzo.

di Roberto Canavesi