Il film delle emozioni

Luglio 5, 2006 in Libri da Redazione

Titolo: Il film delle emozioni
Autore: Raffaele Calabretta
Casa editrice: Alberto Gaffi Editore
Prezzo: € 12,00
Pagine: 202

Il film delle emozioniQuando si avvicina alla Letteratura, la Scienza spesso produce interessanti contaminazioni. L’occhio clinico riesce a volte a vedere più in profondità rispetto a quello di un puro letterato. Forse è per questo che Emile Zola e i fratelli Goncourt tentarono di conquistare in modo ossessivo la fredda oggettività dei medici, fino al punto di definire le proprie opere “documenti umani”? Fatte naturalmente le debite proporzioni, il libro scritto da Raffaele Calabretta Il film delle emozioni suscita in chi scrive queste antiche suggestioni. La storia è quella di Gabriele, alter ego dell’autore stesso, ricercatore dell’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR e votato al conseguimento di un’affermazione personale che probabilmente solo la stesura di un romanzo, o magari di una sceneggiatura potrà recargli. L’intento iniziale è quello di redigere un articolo scientifico sulla natura delle emozioni, ma ben presto per dominare il caos interiore che lo agita, Gabriele decide di mettere per iscritto i propri pensieri e tutto ciò che gli accade durante la giornata. E’ così che il suo articolo scientifico diviene una pergamena infinita in cui brani diaristici si susseguono a pagine di sceneggiatura, scalette di appunti, e-mail fedelmente trascritte, in una scrittura che sembra sfuggire a qualsiasi forma letteraria, o meglio, forse vuole provarle tutte per sentirsi davvero libera.

La proposta che viene avanzata in questo articolo cerca di affrontare quello che si ritiene uno dei nodi centrali del problema dell’insoddisfazione lavorativa: l’incapacità dell’individuo di gestire in modo adeguato le proprie emozioni. Per aumentare la soddisfazione lavorativa si propone quindi un nuovo tipo di formazione, poco conosciuta ma efficace: la formazione per il corretto uso delle emozioni. Una formazione emotiva.

Calabretta ha scritto un libro, anzi un metaromanzo divertente in cui il lettore non farà fatica a riconoscersi. Il suo racconto è insieme ansioso e ossessivo, magmatico e dolente. L’autore sembra proteso alla ricerca di una felicità interiore che forse non raggiungerà mai, tuttavia attraverso le sue parole scopriamo un profondo amore per la scrittura e una passione vorace per il cinema, scandagliato in lungo e in largo attraverso i film più belli della sua storia.

Piace la contaminazione dei generi operata da Calabretta, anche se l’idea del libro non è certamente nuova. Leggendo la sua opera vengono in mente pellicole quali Otto e mezzo di Fellini, Harry a pezzi di Woody Allen, Sogni d’oro di Moretti: in ognuna di esse si parte da una crisi, creativa ed esistenziale, per giungere alla serena consapevolezza del proprio essere, un po’ come tenta di dirci l’autore nel suo atipico, malinconico, divertente esperimento letterario.

di Metello