Il cerchio di gesso del Caucaso

Gennaio 18, 2004 in Spettacoli da Redazione

Il cerchio di gesso del CaucasoUn’opera da sempre volutamente ambigua dove convivono registri da teatro epico e toni narrativi tipici del racconto per una messinscena che ricalca l’originale impianto dell’allestimento datato 1954 a cura dello stesso Bertolt Brecht: stiamo parlando de Il cerchio di gesso del Caucaso, il copione scritto durante l’esilio americano dove si affrontano temi cari alla poetica brechtiana come l’amore, la giustizia, il potere, il sentimento materno. A firmarne l’attuale versione, in scena al Teatro Alfieri per la stagione dello Stabile torinese, è proprio quel Benno Besson allievo prediletto di Brecht, regista di una rilettura autonoma basata sulla preziosa versione italiana di Edoardo Sanguineti.

Traendo spunto da un antico dramma cinese in cui si narra di epoche calamitose segnate da tempi calamitosi, violenze e soprusi di ogni tipo, sono raccontate le traversie della serva Gruscha che dopo aver allevato come proprio figlio l’erede del governatore di un piccolo stato sconvolto dalla guerra, si rifiuta di restituirlo alla madre naturale: una vicenda intricata che sarà risolta da uno scrivano poco raccomandabile, l’astuto Azdak, che emanerà la sentenza finale sottoponendo le due contendenti alla prova del cerchio del gesso.

In scena un nutrito cast, tra cui Lello Arena ed Orietta Notari, per promuovere una riflessione sulla possibilità di esercitare sentimenti nobili ed onesti in una società dominata da profonde ingiustizie: momenti grotteschi e di pura comicità troveranno il giusto spazio in un impianto complessivo su cui aleggia una cornice “epica” sempre però segnata da quel sottile velo di ambiguità che da sempre caratterizza la scrittura brechtiana.

Il cerchio di gesso del Caucaso

Torino, Teatro Alfieri

da martedì 20 a domenica 25 gennaio ore 20.45

ingresso a 24 e 19 euro

info allo 011.517.62.46

di Bertolt Brecht nella versione di Edoardo Sanguineti. Una coproduzione Teatro Stabile di Genova e Teatro Stabile del Veneto, per la regia di Benno Besson

di Roberto Canvesi