I Macchiaioli a Torino

Marzo 27, 2007 in Arte da Gabriella Grea

A vent’anni dalla grande mostra alla Mole Antonelliana tornano a Torino, nelle sale di Palazzo Bricherasio, i Macchiaioli. Fino al prossimo 10 giugno 2007, “Sentimento del vero”, un excursus sulla pittura di sentimento dell’800.

macchiaioliIn una delle più belle strade di Firenze, chiamata allora via Larga, c’era il caffè Michelangelo; “componevasi di due stanze, una delle quali decorata dagli artisti che frequentavano il caffè, in una di quelle stanze ci si ritrovava a discutere, in un corbellare fine e reciproco” (A. Cecconi): germogliava una nuova scuola pittorica, la più importante scuola artistica italiana dell’ ’800.

Mentre i giovani Macchiaioli si raccoglievano attorno ai tavoli del Caffè fiorentino, Sofia ed Emanuele – Conti di Cacherano – selezionavano nelle stanze di palazzo Bricherasio, nell’antica contrada dei conciatori, ora via Lagrange, un cenacolo artistico pittorico e musicale contribuendo così a rendere Torino un’importante area di fermento culturale internazionale, nonché culla della nuova spinta industriale italiana. La prima “Fabbrica italiana di automobili, FIAT, vede la firma dell’atto costitutivo il primo luglio 1899 proprio nelle sale di palazzo Bricherasio.

Oggi dopo più di 100 anni si assiste al rilancio del brand Fiat nel mondo e della città di Torino nel circuito culturale “globalizzato” e la Fondazione Palazzo Bricherasio ha permesso di restiture al palazzo nuova vita secondo lo spirito progressista e cosmopolita di quel “salotto” che i Conti Sofia ed Emanuele avevano creato.

Intanto a Firenze “ ad un tavolino vedevasi quattro o cinque che discutevano sul serio e altri sette e otto si sbellicavano dalle rise”. Così A. Cecconi descrive i suoi scanzonati colleghi Lega, Fattori, Signorini, Abbati nell’atto di progettare il rinnovamento della pittura storico-romantica italiana.

L’immagine si fissa sulla tela attraverso macchie di colore, la figura da ritrarre entra in rapporto con lo sfondo “vero”, si dipinge “en plein air”, a contatto con la natura, sottolineando gli aspetti quotidiani della vita, in opposizione alla retorica accademica ed enfatica della pittura di genere.

Questo viene esemplificato nella prima sezione della mostra – Origine e affermazione della “macchia”- che ospita capolavori emblema dei realisti Toscani, Signorini, De Tivoli, D’Ancona, Fattori e Senesi.

Ben presto, tuttavia, i “Macchiaioli” lasciano Firenze alla ricerca della – Realtà e della Lirica del paesaggio – (seconda sezione espositiva). Si caccia via l’accademia, “la firenzina ossequiosa” in favore della “campagna Piacentina umida e modesta, dai cui poggi si scorgono appena Fiesole o San Miniato” scrive Signorini; fino all’approdo a Castiglioncello, estesa proprietà ereditata da martelli nel 1861 alla morte del padre, che si estende dalla marina del golfo fino alle colline.

“Arte racchiusa tra cipolle, cavoli, ciuchi e villacornuti, senza gusto!” critica duramente Carlo Lorenzini, più noto come Carlo Collodi. La luce mediterranea, i bianchi muri assolati, in contrasto con il verde cinereo delle tamerici e cupo dei lecci, con i colorati grembiali delle Filatrici di Paglia (Banti), con i volti bruniti dei contadini e dei pastori, sono invece l’avvicente ispirazione dei giovani pittori. Borrani ne I pagliai a Castiglioncello suggerisce la nostalgia per la quiete del tempo trascorso dell’uomo moderno, abbacinato dalla luce del mare e riscaldato dal sole che “trascolora il fieno che già patì la falce” (Carducci, La Sera Fiesolana).

Verso la fine degli anni ’60 il positivismo va in crisi e il loro universo armonico s’incrina.

Nei contenuti gli artisti privilegiano i temi narrativi e affettivi coinvolgenti, mentre nella resa formale si assiste ad un progressivo sciogliersi della rigida sintassi macchiaiola in un fraseggiare più articolato e soggettivo. Questi temi vengono esposti nelle sezioni successive della mostra dove è più evidente il richiamo della natura romantica e al sentimento.

Si passa dall’ -Epica del quotidiano- con gli splendidi “Le macchiaiole” di Fattori e “Cucitrici di camicie rosse” di Borrani, il commovente “Educazione al lavoro” di Lega, esemplificativi della sublimazione del tema del lavoro e della realtà della vita quotidiana italiana del tempo, alla quarta e quinta sezione –Presagi di naturalismo- e -Declinazione gentile del Vero-.

Ci si avvia ad una trascrizione più intimista, percorrendo sentieri individuali attraverso la pittura dei tre grandi Maestri Fattori Signorini e Gabbro, che consegnano al Novecento l’eredità degli artisti macchiaioli: una nobile stirpe divisa nel costume e nelle idee tra il rispetto degli ideali della ristretta società in cui vivono e l’anelito al nuovo.

In foto Borrani 1865, I pagliai a Castiglioncello

I Macchiaioli – Sentimento del vero

  • Dal 16 febbraio al 10 giugno 2007

    lunedì: 14.30 – 19.30

    da martedì a domenica: 9.30 – 19.30

    apertura serale: giovedì e sabato fino alle 22.30

  • Palazzo Bricherasio – via Teofilo Rossi angolo via Lagrange – Torino

  • Informazioni: tel. 011.5711.811 – fax 011.5711.850

    www.palazzobricherasio.it

  • Ingresso: intero: € 7,50 – ridotto: € 5,50 – bambini (6 – 14 anni): € 3,50 – audio guide: singola € 3,00 – doppia € 4,50

  • Progettazione: Francesca Dini – Direzione: Daniela Magnetti, Fondazione Palazzo Bricherasio

  • Catalogo Electa, Milano

    di Gabriella Grea