Giampaolo Squarcina

Febbraio 24, 2002 in Libri da Stefano Mola

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Giampaolo Squarcina, “Diazepam”, Michele di Salvo Editore, pp. 179, Euro 9,81

Sarà una combinazione, ma a volte i libri capitano in mano in momenti che non sembrano del tutto casuali. Ad esempio, ho preso in mano questo romanzo per la prima volta in uno dei numerosi giorni nebbiosi di inizio 2002. Sembrava di aggirarsi in un mondo privo di dimensioni, ancora più separati dal resto del mondo di quanto normalmente si sperimenti, in una modalità sfumata dal grigio al nero, più che in un’alternanza di buio e luce. Lo stereo della macchina suonava un mix dei Guns ’n’ Roses (adesso ci arrivo, al libro, e la smetto con questo esibizione ombelicale). Entrato in casa ho sfogliato il libro e nell’ultima pagina, alcuni consigli musicali: tra cui, l’opera omnia dei Guns.

Ma la nebbia? Che c’entra la nebbia? E di cosa parla questo libro? In questo libro, l’umanità vive per la maggior parte in città sotterranee. Quindi, se c’è luce, è artificiale, si è perso il ritmo dato dal sole. Gli uomini poi sono collegabili, con opportuno plug-in a un PC. Si può scaricare la memoria, condividere le proprie preferenze con gli altri in modo facile, quindi, senza tanti convenevoli e schermaglie (tanto per iniziare, le preferenze sessuali, ad esempio). La memoria quindi non solo non è più esclusiva, ma modificabile. Il sangue, è sostituito da un fluido artificiale, che, oltre a svolgere tutte le funzioni proprie di quello normale, permette di dialogare con microprocessori in grado di monitorare, diciamo così, il buon funzionamento della macchina. Insomma, si parla di Implementati. A chi bisogna dire grazie? Alla BiospreadTM.

È chiaro che al li là dell’indubbio possibile vantaggio per il monitoraggio della salute dell’umanità (savings sulla spesa medica pubblica all’orizzonte) ci sono anche delle altrettanto indubbie potenzialità di manipolazione. Così come ci si può chiedere dove va a finire il sangue vero. E i rapporti umani, al di là del rapido e facile scambio on-line di preferenze sessuali, sono anch’essi facilitati? Molto di più non vogliamo dire (altrimenti questa recensione finisce per assomigliare a quei trailer che riescono a togliere la sorpresa condensando tutte le scene chiave del film in pochi minuti).

Anche se ciò che conta in questo libro, al di là della trama, è lo sguardo con cui vengono raccontate le cose. Vediamo il mondo attraverso gli occhi del protagonista, i suoi scambi in chat o e-mail, ma soprattutto attraverso le sue fantasie, le sua divagazioni oniriche. C’è un fondo malinconico, una sensazione di mancanza e di separazione, un desiderio di contatto umano volendo paradossale in un mondo che evolve verso l’interconnessione totale. La narrazione procede per frammenti, spesso seguendo un’ispirazione quasi lirica, per accumulazione di immagini.

Spesso, i buoni romanzi di fantascienza (e sia chiaro che per me fantascienza non è una limite, sono un fan di P. K. Dick), ci raccontano molte cose del nostro tempo presente. Aumentare le possibilità di interconnessione significa realmente incrementare le possibilità vere di contatto umano? E questa storia della sostituzione del sangue, non vi fa pensare un po’ agli organismi geneticamente modificati, o agli interventi di ingegneria genetica?

Se ne volete sapere di più, visitate il sito che l’autore, Giampaolo Squarcina, torinese, 32 anni, tra le altre cose webdesigner, ha dedicato al libro: http://welcome.to/diazepam

di Stefano Mola